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Economia e lavoro | 19 aprile 2024, 07:00

I vantaggi fiscali dei buoni pasto per liberi professionisti e ditte individuali

I buoni pasto fanno parte dei cosiddetti fringe benefit e sono strumenti offerti dalle aziende ai dipendenti in aggiunta alla normale retribuzione

I vantaggi fiscali dei buoni pasto per liberi professionisti e ditte individuali

I buoni pasto fanno parte dei cosiddetti fringe benefit e sono strumenti offerti dalle aziende ai dipendenti in aggiunta alla normale retribuzione, che apportano notevoli vantaggi in termini pratici e fiscali. Per questo motivo sono utilizzati anche da liberi professionisti e ditte individuali.

Si tratta di ticket, cartacei o digitali, che i dipendenti possono spendere come preferiscono. Generalmente si usano per pranzare in ristoranti, bar, trattorie e altre tipologie di attività ristorative convenzionate. Oppure possono essere spesi per fare la spesa online o al supermercato, o ancora per ordinare cibo e farselo spedire direttamente a casa o in ufficio. Sono strumenti apprezzati dagli stessi collaboratori che vedono aumentare il loro potere d'acquisto, poiché non ci sono trattenute in busta paga e non devono mettere mano al portafogli, e che possono ordinare il pranzo che desiderano secondo le loro preferenze gastronomiche.

Il valore dei ticket, indipendentemente che siano cartacei o digitali, è scelto dalle aziende o dai professionisti. L'importo minimo è di 2 euro, mentre quello massimo arriva a 15 euro. Per quanto riguarda i vantaggi, è opportuno sottolineare che oltre a quelli economici ci sono anche quelli di natura fiscale. Oltre ad aumentare il potere d'acquisto degli utilizzatori, questi benefit sono deducibili e detraibili, dal momento che sono esenti da contributi fiscali, previdenziali e assistenziali fino a un limite stabilito dalla legge.

Un discorso più approfondito meritano i buoni pasto detraibili dall'IVA, che risultano particolarmente appetibili per liberi professionisti e ditte individuali che possono detrarre totalmente l'IVA dei buoni pasto acquistati che hanno l'imposta ridotta al 10%. Per le aziende l'aliquota invece si attesta al 4%. Va sottolineato però che possono accedere a questi particolari vantaggi solo le partite IVA a regime ordinario e non quelle a regime forfettario, che già beneficiano di una serie di esenzioni e privilegi fiscali. In ogni caso le partite IVA a regime forfettario, se lo desiderano, possono comunque acquistare i buoni pasto per loro stesse o per i loro dipendenti.

Bisogna infatti considerare a 360° i notevoli vantaggi che comunque questi benefit offrono a livello pratico ed economico. Le aziende, soprattutto quelle piccole, non sempre hanno una mensa aziendale e quindi i collaboratori devono prepararsi il pranzo a casa oppure andare a mangiare fuori mettendo mano al portafogli. Un problema che può essere risolto brillantemente con i buoni pasto, che danno la possibilità ai collaboratori di mangiare ciò che desiderano nelle attività convenzionate.

Inoltre si migliora la qualità della vita dei dipendenti, che si sentono riconoscenti verso il datore di lavoro e sono più produttivi sentendosi appagati e gratificati. Non sorprende che il tasso di turnover e assenteismo si riduca notevolmente nelle aziende che adottano politiche di welfare aziendale, senza dimenticare la crescita della percentuale di talent attraction.

Richy Garino

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