La crisi morde le imprese del Piemonte. E negli ultimi tempi sembra stringere ancora di più la presa. Lear, TE Connectivity, ma nemmeno il futuro di Mirafiori lascia dormire sonni tranquilli ai sindacati, così come la questione Microtecnica. Per questi motivi (e non solo) è stato convocato oggi il consiglio regionale aperto “Le imprese in crisi in Piemonte. Situazione e prospettive”. E il dibattito politico ha subito preso quota.
L'allarme dei sindacati: "Siamo alla deindustrializzazione"
"Chiediamo rispetto per le persone che rappresentiamo - incalza il segretario generale di Cgil, Giorgio Airaudo - perché abbiamo un grave ritardo in questa regione, di fronte a una crisi che dura da molto tempo e nessuno ha trovato una soluzione. Ma tocca a chi ha responsabilità di governo provarci di nuovo". "Siamo il Sud del Nord, che ha bisogno di strumenti specifici. Non servono finanziamenti a pioggia, che magari arrivano ai soliti noti. Serve un lavoro specifico, che dica come possiamo attivarci sui fondi strutturali e bisogna cambiare le condizioni. È ragionevole pensare che il governo stia cercando di portare in Italia un produttore di auto cinese, ma non succede a Torino o in Piemonte. Deve diventare vantaggioso investire qui nella nostra regione, bisogna far pesare il Piemonte, che oggi pesa poco. Riconosciamo la malattia e affrontiamola".
"Siamo di fronte a una deriva e una deindustrializzazione crescente - attacca Luca Caretti, segretario Cisl Piemonte -. E il parziale recupero nei servizi vede peggioramenti contrattuali e di reddito. Ci sono poi settori in cui la domanda occupazionale è forte, come la sanità e non mi riferisco solo ai primarie. E bisogna dare risposte anche in questo caso. Infine, bisogna anche spingere su stipendi adeguati".
"Le difficoltà arrivano da lontano - dice Gianni Cortese, segretario generale Uil Piemonte - e ci sono situazioni con tavoli inconcludenti o con fasi di grande incertezza da monitorare. Senza dimenticare Stellanti, dove alla fame di modello nuovi si somma il ricambio generazionale". "Serve un censimento del mercato del lavoro per individuare le necessità di profili ed eventuali disponibilità concrete delle aziende ad assumere. Siamo sotto di 76mila addetti rispetto al 2008".
"Governo: assente ingiustificato"
"La clamorosa assenza, oggi, è quella del Governo. Un'assenza che abbiamo già visto altre volte, magari ai cancelli delle aziende in crisi. E invece non è mai andato nessuno - attacca Chiara Appendino, ex sindaco e oggi parlamentare 5 stelle -. Questa assenza è ancora più significativa in un momento di transizioni che sono storiche e fanno paura. Anche alle filiere e agli imprenditori. E il Nord Ovest è tra le aree più in difficoltà".
"Negli ultimi mesi, in più occasioni, abbiamo toccato con mano e abbiamo dovuto ascoltare la preoccupazione di centinaia di lavoratori che rischiano di perdere il proprio posto di lavoro a fronte di scelte e crisi aziendali che preannunciavano chiusure o ricollocazioni di stabilimenti", dice Stefano Allasia, presidente del Consiglio regionale. Che aggiunge: "Molti indicatori da tempo segnalano che l’economia piemontese continua ad andare più piano". E ancora: "La Regione Piemonte, ed in particolare questo consiglio regionale, in questi anni si è sempre reso disponibile ad ascoltare ogni impresa e lavoratore che si trovava in condizioni didi evidente difficoltà, facendosi carico di sensibilizzare rappresentanze sindacali e lo stesso Governo. Ed anche, compatibilmente con quelle che sono le possibilità di bilancio, destinando nuove risorse per favorire occupazione e competitività delle aziende in crisi".
Chiorino: "Fatto il massimo e lo faremo ancora"
"Come gestione non siamo stati fermi, sui temi della crisi. Ma ci siamo mossi anche sulle politiche attive e non solo per contenere la situazione, ma per allontanare lo spettro di nuove crisi", dice l'assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino. "Continueremo a lavorare pancia a terra, tutti i giorni, per accompagnare il Piemonte in questa fase di transizione. E continuiamo a credere nella vocazione manifatturiera del territorio, anche se l'automotive sta soffrendo. Per esempio il settore orafo ha grandi potenzialità".
"Sono 8 le aziende in crisi prese in esame dalla task force attivata dalla Regione: su 255 dipendenti segnalati, 83 sono stati ricollocati", conclude Chiorino.
"Manca un piano industriale per il Paese"
"Manca da troppo tempo nel nostro Paese un piano che ci dica dove vogliamo portare le nostre imprese - sottolinea Gianna Pentenero, assessore comunale al Lavoro -. Dobbiamo far tornare le aziende sul nostro territorio e dobbiamo trattenere qui le start up innovative".
E la vicepresidente della III Commissione del Consiglio regionale, Monica Canalis (Pd), aggiunge: “Credo che questa mattina abbiamo visto due film completamente diversi, durante l’Assemblea aperta sulle crisi delle imprese in Piemonte: quello raccontato dall’assessore Chiorino che ha delineato con toni trionfalistici e da campagna elettorale uno scenario positivo e quello disegnato dagli interventi delle parti sociali che ci hanno presentato un Piemonte in sofferenza. Non credo che la situazione che stiamo vivendo sia semplicemente un elenco di casi isolati, ma purtroppo si tratta di una valanga, un’onda lunga di crisi che arriverà nei prossimi mesi e anni. Ce lo dicono i dati economici italiani e internazionali. Ce lo conferma la crisi della Germania. Dire questo significa avere senso di realtà, ammettere che l’aumento nel terziario non è una compensazione per la crisi dell’industria, nè in termini quantitativi, nè qualitativi. Non c’è salvezza per il Piemonte se non si salva l’industria perché la vocazione di metà di questa Regione è prettamente industriale. Purtroppo oggi ho sentito dalla Giunta Cirio una sottovalutazione del tema industriale”.
Le altre voci della politica e del mondo economico
“Penso che oggi la Giunta Cirio abbia perso un’occasione. L’Assessore Chiorino si è focalizzata sul racconto del passato. Lo scenario che si prospetterà nei prossimi mesi e nei prossimi anni non è stato delineato” ha dichiarato il Consigliere regionale del Partito Democratico Diego Sarno. “Ritengo importante - prosegue l’esponente dem – parlare di futuro, di ciò che dovrebbe essere fatto da chiunque governerà la Regione. Non è stato mai fatto uno studio sull’impatto sociale degli investimenti. A Torino abbiamo il Torino Social Impact, ma non è partecipato dalla Regione. Non abbiamo mai investito fondi per il recupero delle pmi anche quando i lavoratori erano pronti ad acquisire le aziende che avevano bilanci sani, come nel caso della Cosmonova di Trofarello, un’occasione persa. Abbiamo chiesto di mettere un fondo anche simbolico che coprisse almeno le spese di viaggio per quei lavoratori che devono recarsi a Roma a difendere il proprio posto e la Giunta ha detto no. Depositeremo un ordine del giorno con queste proposte concrete auspicando che per una volta la nostra voce sia ascoltata e non accolta come un fastidio” conclude Sarno.
Un appello alla sinergia tra tutte le istituzioni pubbliche e private, al di là delle differenti visioni politiche e dei legittimi interessi, per dare un futuro ad un territorio la cui storia e la cui identità sono fortemente connessi con lo sviluppo industriale, è stato il senso dell'intervento del Vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo. “Negli ultimi quattro anni, tra pandemia, conflitti bellici, rincaro delle materie prime e dell’energia, il mondo è cambiato e il nostro territorio rischia la marginalità - ha sottolineato Suppo - L’incertezza è fa ormai parte della sensibilità di tutti noi. Occorre guardare al futuro puntando sull’attrazione di risorse private e pubbliche, come ad esempio i fondi europei per la coesione. Occorre investire sulla formazione”.
"Peccato per la totale assenza del Governo nazionale e del Presidente Cirio. In compenso abbiamo dovuto assistere, devo dire abbastanza increduli, ad un intervento dell’Assessora Chiorino che ha dipinto un quadro fantastico di un Piemonte in crescita che va alla grande grazie alle politiche della Giunta regionale e all'attuale Governo. Purtroppo per tutti noi la realtà che vivono le famiglie piemontesi è ben diversa dalla favola che è stata raccontata” ha dichiarato Silvana Accossato, Capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Consiglio regionale.
"Fa bene il governo a battersi in Europa per avere una transizione più graduale all'auto elettrica. La svolta green non può essere fatta sulle spalle del nostro ceto medio e della manifattura. Bisogna cambiare rotta", ha dichiarato invece Alberto Preioni, capogruppo della Lega in Consiglio regionale.
Cristiano Gatti, vice Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte, è intervenuto anche a nome di CNA Piemonte, Casartigiani Piemonte, Confcommercio Piemonte e Confesercenti Piemonte. "La crisi delle medie e grandi aziende che coinvolge inevitabilmente un numero significativo di lavoratori, ha una immediata ripercussione in tutte le imprese della catena di fornitura diretta e dei servizi, catena che spesso è costituita da micro e piccole imprese dei settori dell’industria e dell’artigianato, dei trasporti, della logistica e del commercio. Parlare, quindi, della sola crisi della grande impresa è un errore e i dati relativi al rapporto nati-mortalità delle imprese artigiane e commerciali lo dimostrano".
Poi Gatti elenca le richieste delle imprese: "E' fondamentale fornire alle micro e piccole imprese agevolazioni fiscali, accesso al credito agevolato e incentivi per l'innovazione tecnologica, al fine di rafforzarne la competitività, adeguare le politiche economiche, finora orientate principalmente verso l'industria, per affrontare le esigenze e le sfide specifiche delle imprese di piccole dimensioni. È necessario implementare misure che favoriscano l'attrattività verso i settori dell’Artigianato, del Commercio, del Turismo e dei Servizi. Occorrono investimenti mirati in programmi formativi e iniziative di digitalizzazione. È, inoltre, urgente una revisione organica della Legge Regionale del Commercio del 1999, che tenga conto dei cambiamenti socio-demografici degli ultimi decenni. Chiediamo che venga promosso attivamente il marchio "Made in Piemonte" per valorizzare e rendere più visibili i prodotti locali".
"Proponiamo, infine la reistituzione degli Osservatori Regionali dell'Artigianato e del Commercio, istituti che possono svolgere un ruolo fondamentale nel monitoraggio, nella raccolta dati e nell'analisi delle dinamiche e delle esigenze specifiche dei settori”, ha concluso Cristiano Gatti.
Ancora Chiorino ha voluto replicare alle opposizioni: "“Oggi la stessa Appendino ci dice che gli imprenditori sono preoccupati dalla transizione verde. Bene che se ne sia accorta e che si assuma la responsabilità di come è stata impostata questa transizione. I Cinque Stelle, che non si sono mai sottratti a chiamare gli imprenditori ‘prenditori’, si definiscono ora preoccupati per le delocalizzazioni. Noi lavoriamo fin dal primo momento per rendere questa regione attrattiva rispetto ai danni che hanno fatto”. E ancora: “Sentire il Pd ammettere finalmente che in questa Nazione sia mancata da troppi anni una visione industriale ci fa però ben sperare” ha poi detto l’assessore, rimarcando l’assenza di una politica industriale portata avanti per tutti gli anni di governo di centrosinistra.