Se ne parla tanto, ma si fa ancora fatica a tradurla in pratica. E' la cosiddetta "economia circolare": quella che rispetta l'ambiente, che limita il più possibile gli sprechi e la produzione di rifiuti, che riutilizza e che ottimizza. Una materia su cui il Piemonte mostra anche buona volontà, ma i risultati sono ancora lontani. Lo rivela un'indagine condotta da Unioncamere Piemonte, che mostra come la principale motivazione che spinge verso i principi di economia circolare è la riduzione dei costi, mentre il principale ostacolo la mancanza di esperienza o carenza di competenze sul tema.
Dall’analisi effettuata è emerso come il 43% circa delle imprese manifatturiere intervistate non sia ancora a conoscenza dei principi base dell’economia circolare: una percentuale che sale al diminuire della dimensione aziendale e risulta più elevata nei territori del nord-est, in particolare a Vercelli e Verbania.
A livello di settori, le carenze conoscitive più consistenti riguardano le industrie del legno e del mobile (47,8%) e quelle meccaniche (46,8%). Tra le imprese manifatturiere piemontesi che dichiarano, invece, di conoscere i principi base dell’economia circolare, meno del 10% applica tali principi in maniera sostanziale, il 48% li attua solo parzialmente, mentre il 43% non li applica. Tra le realtà aziendali che applicano già i principi di economia circolare si rileva una particolare attenzione sul tema dei rifiuti, su quello della riduzione dei materiali e sul risparmio energetico.
Il 31% di aziende ha già ridotto i rifiuti, il 46% sta iniziando a farlo e circa il 10% di aziende sta programmando queste azioni per il futuro. Il 45% sta già svolgendo e implementando attività di riduzione dei materiali/uso materiali riciclati/eco-design, il 20% sta pianificando queste azioni per il futuro, mentre un 10% dichiara di non avere in programma queste azioni.
Rispetto al risparmio energetico, il 54% delle imprese piemontesi che applicano i principi dell’economia circolare è orientato al tema del risparmio energetico, avendo già in corso o in via di implementazione le azioni di riduzione dei consumi, il 22,5% sta pianificando queste azioni per il futuro, il 9% non lo farà.
La principale motivazione che spinge le aziende piemontesi verso i principi di economia circolare è la riduzione dei costi (68,2% delle risposte), seguono il miglioramento dell’immagine del brand (vero soprattutto per le aziende tessili, alimentari e quelle petrolifere, plastiche, chimiche) e la risposta ad adempimenti legislativi.
Tra gli ostacoli che hanno, invece, limitato o impedito l’introduzione di pratiche di economia circolare troviamo la mancanza di esperienza o carenza di competenze sul tema (30,4% delle risposte), l’indisponibilità o insufficienza di informazioni (24,1%) e i costi elevati per introdurre l’innovazione (23,1%).
"Le Camere di commercio piemontesi hanno deciso quest'anno di intraprendere un primo progetto di informazione e formazione per le imprese sull'economia circolare - commenta il Presidente di Unioncamere Piemonte, Vincenzo Ilotte -. Il progetto ha come obiettivo quello di sensibilizzare le imprese e il territorio sui temi dell’economia circolare, nell'ottica di far acquisire una maggiore consapevolezza di pratiche e modelli di business sostenibili per l'ambiente che siano competitivi anche da un punto di vista economico. Sono le stesse imprese a testimoniare la necessità di un intervento su questi temi”.