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Economia e lavoro | 12 aprile 2018, 12:18

FCA, dieci anni di difficoltà sono costati 40mila euro a ogni lavoratore. E l'unità sindacale resta un miraggio

L'appello di Fiom: "Cerchiamo condivisione tra le sigle, altrimenti si perde efficacia e i risultati sono quelli che vediamo in questi giorni". Il 1 giugno ci sarà anche il Worker day

FCA, dieci anni di difficoltà sono costati 40mila euro a ogni lavoratore. E l'unità sindacale resta un miraggio

Bilancio positivo per azienda e azionisti, ma non per chi ha contribuito a realizzarlo. In questi ultimi dieci anni, stimano i sindacalisti Fiom di Torino e Pomigliano, ogni lavoratore ha perso quasi 40mila euro (senza contare premi, tredicesime e così via). A causa proprio degli ammortizzatori e del mancato pieno utilizzo. E in presenza di stipendi che, nei casi migliori, con molti scatti di anzianità, arrivano a fatica oltre i 1100 euro. E qui subentra l'aspetto più umano, legato alla paura e ai timori per il futuro, magari con marito e moglie che lavorano nello stesso stabilimento. Tanto da spingere lavoratori con dolori e malattie a recarsi comunque a lavoro, magari imbottiti di medicinali.

"Vediamo continue riduzioni di ore di lavoro - afferma Michele De Palma, responsabile auto di Fiom - mentre FCA perde quote di mercato e questo per noi non è un dato positivo. Anzi, ci rafforza nell'idea che servano investimenti su Green, ibrido, elettrico e a guida autonoma. L'azienda deve aprirsi a questa visione. Mentre vediamo che in Alfa sono rimasti sulla carta 6 modelli promessi e anche Maserati non ha realizzato il piano previsto".

E finalmente emerge un elemento che sembrava oggettivamente delineato, nei fatti, ma che è sempre rimasto latente. "Procedere per strade separate con gli altri sindacati, come dimostrano gli incontri distinti di lunedì, ha fatto perdere efficacia alla nostra azione complessiva. Possiamo fare tutti un bilancio in cui tutte le organizzazioni decidono cosa vogliamo fare per il futuro dei lavoratori? È questo l'appello che facciamo alle altre sigle. Incontri che non sono unitari sono un danno per i lavoratori". 

Un discorso che era sembrato tornare d'attualità anche nei mesi scorsi, in occasione dell'assemblea di Uilm. E che in parte si è realizzato con Embraco, ma non su FCA.

"Non mi ero fatto particolari illusioni - commenta Bellono - ma su Torino le ultime vicende potevano far ben sperare. L'azienda dice di convocare separatamente proprio in base alle disponibilità delle sigle. Ma la priorità dovrebbero essere le questioni di sostanza, non un passato che qualcuno non riesce a mettersi alle spalle".

E sempre il 1 giugno, oltre all'investor day, Fiom rilancerà con il "Worker day", in cui si faranno incontri e ragionamenti negli stabilimenti "sui salari, sulle prospettive e su quell'attenzione che i lavoratori meritano almeno tanto quanto gli investitori", conclude De Palma. "Vogliamo un confronto su numeri, prospettive e scenario futuro. Non vogliamo essere testimoni passivi di quello che succede. Si è già persa in passato l'occasione del confronto con FCA. Sono prevalsi gli interessi di carattere finanziario a quelli produttivi e i mancati traguardi non sono certo colpa dei lavoratori".

Una certa responsabilità è addossata anche al Governo. "Ai Governi, visto che all'estero è normale avere tavoli di confronto costanti in questi settori. E abbiamo perso troppo terreno su innovazione, ibrido ed elettrico. In Italia produciamo motori elettrici che vanno negli Usa (Magneti Marelli a Bari e tra Corbetta e Bologna, destinati a Chrysler, ndr). Devono rimanere qui".

Massimiliano Sciullo

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