Non è così compatto, il fronte Rsa-Regione Piemonte. Quello che nei giorni scorsi era stato annunciato come un accordo con tutta la categoria delle strutture di assistenza agli anziani (e simili), in realtà trova alcuni distinguo a poche ore di distanza. E ad avanzarli è Uneba, Unione Nazionale Istituzioni e Iniziative di Assistenza Sociale.
Nessun accordo firmato con la Regione
Si era parlato, in particolare, di un aumento della tariffa del 3,5% per quanto riguarda la parte strettamente "sanitaria" (di competenza regionale), mentre rimane immutata la parte a carico delle famiglie (la componente sociale). "La conclusione dell’incontro non ha visto raggiungere accordi di alcun tipo - dicono da Uneba -. Infatti solo il giorno seguente è stato proposto alle rappresentanze dei gestori un Patto per un nuovo welfare innovativo e sostenibile. Il presidente di Uneba Piemonte Amedeo Prevete ha convocato un consiglio direttivo urgente per mercoledì 28 febbraio, per condividere con i consiglieri la risposta da dare alla Regione. E a seguito del consiglio direttivo, Uneba Piemonte ha deliberato di non poter firmare il Patto proposto dalla Regione in quanto evidentemente non coerente e non sufficiente rispetto ad una pianificazione di continuità di servizio".
Tariffe restano non sostenibili per il servizio
"La remunerazione tariffaria proposta non è compatibile né tantomeno sufficiente per garantire un modello di servizio sostenibile - prosegue una nota ufficiale diffusa dalla sigla di categoria -. Le percentuali proposte non coprono né, parzialmente, l’inflazione né, tantomeno, l’aumento del costo del lavoro attuale e futuro. Uneba è in trattativa per il rinnovo del Ccnl, rinnovo che noi riteniamo giusto e doveroso, ma con questa struttura dei ricavi sarà del tutto insostenibile. Con, di conseguenza, rischi certi di chiusura degli Enti no profit e quindi due gravi problemi connessi per i cittadini piemontesi: riduzione dei servizi socio sanitari e riduzione dell’occupazione".
"Il consiglio direttivo di Uneba Piemonte ha valutato positivamente l’investimento economico che la Regione ha fatto in termini complessivi e sottolinea quanto questo può aver avuto ricadute positive principalmente sui cittadini piemontesi. Ma con la situazione demografica del Piemonte tali investimenti sono e saranno necessari a patto di non lasciare sola una parte della popolazione anziana, che sarà in aumento almeno per i prossimi 20-25 anni".
E infine, Uneba fa notare come sia stato "sicuramente positivo per gli Enti questo maggior finanziamento, ma purtroppo le marginalità non hanno subito effetti positivi dall’aumento dei volumi. O meglio, mediamente, nel contesto di una marginalità negativa hanno esclusivamente ridotto, ma non azzerato, l’utilizzo del patrimonio di riserva degli Enti stessi che comunque è stato necessario utilizzare".