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Sanità | 18 febbraio 2023, 09:00

Mens sana in corpore sano

I consigli di Simona Oberto

Mens sana in corpore sano

Se sfogliate un libro di storia, scoprirete che la vita è sempre stata un percorso impegnativo che ha messo l’uomo quotidianamente a dura prova. Cambiano i fattori stressogeni; cambia l'ambiente, ma alla fine il risultato è sempre lo stesso: sopravvive chi si adatta e chi trova le soluzioni più idonee ed efficaci per superare ogni prova.

Per l'uomo preistorico il pericolo era, in generale, di tipo fisico, violento e immediato. Più che altro doveva affrontare minacce naturali, attacchi di belve feroci, traumi e malattie acute. Oggi è tutto diverso. Nella nostra società i pericoli fisici sono diventati l'eccezione e siamo invece sottoposti a continue minacce psico-sociali. Siamo immersi in una tensione costante: luci, rumori, radiazioni, inquinamento. Tutto contribuisce ad aumentare i nostri livelli di stress. Raramente riusciamo a staccare la spina, dando il tempo al nostro corpo di recuperare.

Questo continuo stato ansiogeno e nevrotico è molto pericoloso perché porta la mente a scaricare ciò che è troppo gravoso per lei da gestire direttamente sulla componente fisica/organica, provocandoci malattie di ogni genere e di carattere cronico degenerativo.

Si crea un circolo vizioso in cui lo scompenso fisico si accompagna sempre ad uno scompenso psicologico e viceversa. Guardatevi attorno! Sono sempre più numerose le persone che non sono più in grado di gestire le loro emozioni e si lasciano trascinare in comportamenti violenti e irrazionali, sempre più intolleranti verso il prossimo oppure si chiudono e vivono nella paura, nell'incertezza di un domani e nell'insicurezza. Più volte, nei miei articoli, ho sottolineato il concetto che noi siamo il frutto di una serie di interazioni complesse tra la nostra costituzione genetica, l'individualità biochimica, la suscettibilità personale alle malattie e l'ambiente.

Oramai è noto che dall'interazione tra genoma e stile di vita deriva un'influenza sull'espressione dei geni coinvolti nelle attività funzionali e metaboliche dell'organismo che possono condizionare positivamente o negativamente il nostro stato di salute. E quando parlo di salute naturalmente mi riferisco anche alla salute psico-emotiva, perchè la capacità personale di saper affrontare le difficoltà e di reagire agli stimoli stressogeni dipende dalla nostra lucidità mentale che a sua volta dipende da diversi fattori che vanno ad influenzare il nostro patrimonio genetico. Sto parlando di: stile di vita, scelte alimentari, influenze ambientali, storia familiare e personale. Il problema è che sono sempre meno le persone che reggono bene le sfide senza dover far uso di droghe o di pessimi escamotage.

La verità è che la maggior parte delle persone convive in un continuo stato di ansia, stress, depressione, astenia e disturbi del sonno. Tutte alterazioni patologiche che, se non trattate e risolte, nel tempo possono portare a veri e propri disturbi mentali, come il deficit dell'attenzione, sempre più diffuso tra i bambini o malattie neurodegenerative come l'Alzheimer che sta pericolosamente interessando sempre più persone, anche in età pre-senile.

La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha fornito dati che riportano un forte aumento di casi di autismo, suicidio, violenza e depressione. Purtroppo, i disturbi mentali si stanno rapidamente avviando a diventare il principale problema di sanità pubblica, coinvolgendo anche le fasce più giovani.

Il problema sta anche nell'approccio sbagliato che si ha nei confronti di queste patologie. Pensateci. Se avvertite una serie di sintomi fisici andrete dal medico che vi prescriverà gli esami ematochimici per escludere possibili patologie, ma se i vostri sintomi sono di natura psico-emotiva si tende a sottovalutare la cosa riducendo il tutto a un generico “stato di stress”. E questo perché domina la convinzione che la malattia organica non possa influenzare il nostro equilibrio psicologico.

Ma non è così! Più volte ho sottolineato l'importanza di avere, ad esempio, un intestino efficiente, un Microbiota vario ed equilibrato ed un sistema digerente ottimale. Perché un intestino poroso e infiammato, un Microbiota alterato e disbiotico e un sistema digerente malfunzionante permetteranno l'entrata, nel circolo ematico, di tutta una serie di sostanze tossiche che provocheranno disfunzioni e patologie anche a livello cerebrale.

La verità è che il cervello è di gran lunga più sensibile agli squilibri biochimici e alle carenze nutrizionali di ogni altro organo del corpo. Ma non solo, perché anche l'eccesso di anti-nutrienti o di metalli pesanti come il piombo, il cadmio, il mercurio e l’alluminio o gli additivi chimici, può causare alterazioni e disfunzioni mentali.

Moltissime volte mi è capitato di lavorare per ripristinare la corretta funzionalità dell'apparato gastrointestinale e di notare dei forti miglioramenti della persona anche a livello psico-emotivo.

I sintomi raccontano il nostro disagio, ma la causa è sempre da ricercare in qualche nostro comportamento sbagliato che, a lungo andare, porta l'organismo in malattia. Pensate che lo stesso squilibrio glicemico, vale a dire la fluttuazione della glicemia, nel tempo, può causare oltre ad obesità, diabete e cardiopatie anche la perdita di memoria, difficoltà di concentrazione, frequenti sbalzi di umore, ansia, irritabilità, scoppi di aggressività o crisi di pianto. La stessa dipendenza dallo zucchero, l'intenso desiderio di dolciumi, di sigarette, di stimolanti racconta un quadro di alterazione psico-emotiva. La famosa “fame nervosa” ne è un esempio lampante.

Molte persone poi sottovalutano il problema: pur essendo consapevoli del fatto che il consumo eccessivo di stimolanti non giova alla salute, non considerano che il loro abuso può avere effetti pericolosi anche a livello mentale.

Si crea nei confronti della sostanza eccitante una sorta di dipendenza che ci porta ad ammettere di non essere in grado di poterne fare a meno. Ma dietro a una alterazione psico-emotiva potrebbe nascondersi anche una intolleranza o una allergia a particolari cibi che, inconsapevolmente, assumiamo tutti i giorni. Sono sempre più numerose le persone che soffrono di intolleranza al grano, particolarmente ricco di glutine, ai latticini, alle uova, ai cibi contenenti lievito, ma anche ai molluschi e alla frutta secca.

Tutti alimenti che contengono sostanze che possono infastidire le nostre mucose gastrointestinali, quando sono infiammate, porose e disbiotiche. Possono causare problemi mentali anche alcuni coloranti alimentari come la tartrazina o altri additivi chimici citotossici e genotossici. Se poi ci aggiungiamo un abuso di alcol, un irritante che aumenta la permeabilità delle pareti intestinali, la sensibilità al determinato alimento verrà amplificata al pari del disturbo a livello psicologico.

Vi sentite costantemente stanchi, sia a livello fisico che mentale, depressi o irritati, intolleranti al freddo, magari accompagnato il tutto da un aumento ponderale? Ecco che potreste soffrire di ipotiroidismo, a volte, “sub clinico”.

Non ci crederete, ma lo stress cronico può deprimere il funzionamento della tiroide, perché l'ormone dello stress, il cortisolo, ne inibisce l'attività. Al contrario l'ipertiroidismo, ovvero un funzionamento accelerato di questa ghiandola endocrina, può causare manie, iperattività e nevrosi. Ma anche le carenze nutrizionali possono contribuire alla genesi di disturbi psico-emotivi come, ad esempio, la carenza di vitamine del gruppo B.

Esse “oliano gli ingranaggi” dei potenti neurotrasmettitori cerebrali come la dopamina, l'adrenalina, la noradrenalina e la serotonina. I neurotrasmettitori sono sostanze che mediano la comunicazione a livello cerebrale, in quanto trasferiscono i messaggi tra le cellule del cervello.

La carenza di queste vitamine essenziali può, in alcuni casi, causare la produzione di sostanze che inducono sintomi di malattia mentale. Poiché, in alcuni soggetti, il fabbisogno di vitamine del gruppo B è molto superiore alla norma, oltre che sulle analisi del sangue conviene basarsi anche sull'osservazione dei sintomi di carenza. La carenza del neurotrasmettitore serotonina è una delle rilevanze più comuni nei soggetti colpiti da patologie della sfera psico-emotiva come i disturbi del sonno e dell'umore, l'ansia, la depressione e i comportamenti aggressivi e compulsivi.

Lo sapete che la maggiore percentuale di serotonina viene sintetizzata proprio a livello intestinale? Pensate che un intestino disbiotico possa influenzare la sua corretta produzione endogena? Ebbene sì. Questa è un’altra delle motivazioni che dovrebbe stimolarvi a ricercare l’eubiosi intestinale!

Le ghiandole surrenali sono un altro organo importantissimo che collabora quotidianamente con il nostro cervello. Entrambi gli organi producono dopamina, adrenalina e noradrenalina, tre neurotrasmettitori a cui si deve la spinta motivazionale. Un eccesso di adrenalina può sfociare in uno stato di stress e ansia, mentre una sua carenza induce l'effetto opposto, vale a dire difficoltà a concentrarsi, mancanza di energie e di motivazioni.

Uno squilibrio surrenale si manifesta anche con sintomi come la cefalea o emicrania, la tensione muscolare o con un innalzamento improvviso della pressione sanguigna. Anche un eccessivo livello nel sangue di omocisteina, collegato ad un aumento del rischio cardiovascolare, del diabete e del cancro, è associato alla depressione, alla schizofrenia, al calo della memoria e al morbo di Alzheimer.

Il cervello, per mantenersi in salute, ha bisogno di grassi buoni. Infatti, se escludiamo l'acqua, esso è composto per il 60% da grassi che vanno costantemente rinnovati. Gli acidi grassi essenziali Omega 3 sono i suoi preferiti.

Una loro carenza o squilibrio è associato a varie condizioni patologiche come la dislessia, l'iperattività, la depressione e il disturbo bipolare. Purtroppo, la maggior parte delle persone ne è in carenza, in quanto ha abitudini alimentari molto sbilanciate che non comprendono questi nutrienti importantissimi. Senza contare il fatto che anche la lavorazione industriale ne riduce di gran lunga la quantità all'interno degli alimenti che li contengono naturalmente. Vedete che stretta correlazione c’è tra le alterazioni fisiche e quelle mentali?

Cambiate l’approccio nei confronti del vostro stato di salute. Smettete di considerare distinte ed indipendenti le patologie di natura fisica/organica e quelle di natura psico/emotiva. La malattia coinvolge tutta la vostra persona, sia dal punto di vista organico e metabolico che psicologico e mentale.

Non si possono scindere i due aspetti e chi lo fa è destinato a non riuscire a superare tutte le sfide che la vita ci propone ogni giorno.

Redazione

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