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Politica | 02 marzo 2021, 18:32

Regione, Icardi risponde sui vaccini: "Il Piemonte è terzo per numero di dosi somministrate"

All'assessore le interrogazioni firmate Frediani, Magliano, Rossi e Disabato. "Nella prima fase difficile coinvolgere i medici di famiglia, ma ora sono parte attiva. Somministrazione garantita a tutto il personale scolastico e agli over 80 presenti sul territorio"

siringa vaccino Covid

Vaccino Covid

Vaccino garantito a tutti gli over80 e il personale scolastico presente sul territorio, a prescindere dal domicilio e dalla residenza anche se sono fuori regione. Piemonte tra le regioni più veloci e più efficienti a vaccinare, ma mancano le dosi. Medici di base e farmacisti coinvolti in prima persona ma non nelle prime fasi a causa dei problemi riscontrati con la catena del freddo. Sono alcune delle cose assicurate dall'assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Luigi Icardi, oggi in Consiglio regionale in risposta alle interrogazioni dei consiglieri Frediani, Magliano, Disabato e Rossi.

 

Vaccinare o curare? Non è accettabile arrivare a dover scegliere

"Non vogliamo arrivare al punto di dover scegliere se vaccinare contro il COVID-19 o curare i cittadini piemontesi - spiega Silvio Magliano (Moderati) - Mentre i reparti Covid stanno per riaprire in molti dei nostri Ospedali, la campagna vaccinale è in corso e anzi deve accelerare; inoltre, le patologie non Covid non sono improvvisamente scomparse ed è nostro dovere continuare a curare le persone che ne sono affette. Evitiamo che si scateni la tempesta perfetta in una fase nella quale la curva epidemica sta salendo e nella quale la campagna vaccinale è in corso e anzi deve accelerare. La Regione per prima deve fare la propria parte: ai medici di base non è ancora stato consentito di somministrare il vaccino nei rispettivi studi (a differenza, per esempio, di Emilia Romagna e Lazio) e gli stessi farmacisti, con i quali la Regione Piemonte aveva firmato un accordo a gennaio, attendono indicazioni. L'Assessore Icardi ha espresso l'intenzione coinvolgere anche personale in pensione, specializzandi e Volontari. Vigileremo sui vari fronti".

"Bene i vaccini anche ai non residenti"

Nel piano vaccinale del Piemonte sono inclusi anche gli over 80 e il personale scolastico, docente e non docente, che sono senza medico di famiglia in Piemonte? Se lo chiede la consigliera Sarah Disabato (M5S). "Numerosi - spiega - sono i lavoratori del mondo della scuola e le persone con più di 80 anni di età presenti sul nostro territorio senza però essere in carico al sistema sanitario piemontese. L’assessore Icardi ha confermato che verranno inclusi nel piano vaccinale e che sarà cura dell’assessorato chiedere successivamente alla struttura commissariale l’integrazione del numero di vaccini utilizzati per i non registrati al sistema sanitario del Piemonte. Pensiamo sia un'ottima notizia. Riteniamo però che debbano essere chiarite meglio le modalità e comunicate tempestivamente. Sarebbe quindi opportuno infatti che la Regione Piemonte informasse gli interessati".

"Più dosi? Certo, ma sugli over80 siamo comunque troppo lenti"

"Servono più dosi. Per Icardi il problema sta a monte e il Piemonte sui vaccini si sta muovendo bene e con celerità. Ma sugli over80 non è così. Se non si superano le 11mila dosi al giorno fino ad arrivare almeno alle 16mila preventivate, per vaccinare tutti i piemontesi (4.290.000 abitanti) occorrerà almeno un anno". Lo dice Francesca Frediani (Gruppo Misto, M4O). "Con gli over 80 il Piemonte non sta viaggiando a vele spiegate. Con 48.474 dosi inoculate agli over 80 la nostra regione sta ben dietro al Lazio (106mila), all’Emilia Romagna (81mila), alla Lombardia (66mila) e al Veneto (53mila). Se non risolviamo il nodo over 80 il rischio è che i ritardi si accumulino mettendo a rischio tutte le categorie più fragili come gli over 70 e 60".

"Coinvolgere i medici? Non nelle prime fasi"

Domenico Rossi (Pd), infine, interroga l'assessore in merito al coinvolgimento dei Medici di Medicina Generale nella campagna vaccinale. Icardi risponde che in questa prima fase i vaccini non hanno permesso la distribuzione ai medici di base a causa della difficile gestione della catena del freddo. "Ma questi problemi logistici non ci saranno nelle fasi 3 e 4, quando i medici saranno maggiormente coinvolti nelle inoculazioni con AstraZeneca".

 

Daniele Angi

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