Con il DGR n. 123-9030 di giovedì 16 maggio la Giunta regionale ha autorizzato Finpiemonte s.p.a. a vendere 121 milioni di euro di crediti non riscossi ad operatori di mercato specializzati nella riscossione derivanti da 3846 posizioni debitorie.
“Il bilancio di Finpiemonte - spiega Vignale - è in sofferenza perché in 3846 non hanno restituito le somme prestatogli per un totale di 121 milioni di euro. La Regione, che lo sa dal febbraio 2019, prima ha chiesto a Finpiemonte quali azioni avrebbe messo in campo per recuperare le somme concesse e poi revocate e quando ha saputo che tutti i tentativi non erano andati a buon fine, come ultimo atto del suo quinquennio ha autorizzato la cessione pro soluto, ovvero la vendita a terzi del debito”.
“Nella cessione dei crediti deteriorati –continua Vignale- le società che partecipano solitamente offrono una cifra che non va mai oltre il 50% dei crediti totali. Poiché i debiti di Finpiemonte alla fine finiscono nel bilancio della Regione Piemonte, questo significa che Chiamparino lascia un debito di almeno 60 milioni di euro alla prossima amministrazione regionale”.
“Debito - tuona - assolutamente evitabile e che certifica i problemi nella gestione di Finpiemonte. Inoltre, prima di ricorrere alla cessione a terzi del debito sarebbe infatti stato opportuno che Chiamparino e i suoi predisponessero una banca dati dei crediti, che analizzasse anche le ragioni di ciascun debitore. In questo modo, invece, non solo si autorizza uno sperpero enorme di denaro, ma anche si mettono in ulteriore crisi le tante aziende che, magari, non restituiscono i soldi solo per un momentaneo momento di difficoltà”.
“Questa delibera - conclude Vignale - è talmente grave che Chiamparino ha provato a nasconderla inserendola nell’ultima giunta del suo mandato. E questo sarebbe il lavoro svolto per risanare i debiti della Regione?”.