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Economia e lavoro | 14 marzo 2024, 07:00

I piemontesi vogliono lavorare 4 giorni a settimana: lo pensa un lavoratore su due

Secondo la ricerca di ADP Research Institute, la maggioranza delle persone nella nostra regione vorrebbe un maggiore bilanciamento tra vita privata e professionale, anche a costo di stare in ufficio 10 ore invece di 8

uomo che lavora al computer

Un piemontese su due vorrebbe lavorare 4 giorni a settimana

Settimana corta, anzi: cortissima. E' quello che sogna quasi un piemontese su due. Lo dice l'ultima ricerca condotta dall'istituto di ricerca ADP. I lavoratori della nostra regione desiderano maggiore flessibilità nella loro vita lavorativa: smart working, organizzazione personalizzata delle ore e del luogo di lavoro, ma soprattutto il passaggio a una settimana lavorativa di quattro giorni. Il tutto in un’ottica di miglioramento del proprio bilanciamento tra vita privata e professionale.

Il desiderio del 54% dei piemontesi

La ricerca (che è stata condotta in 17 Paesi) dimostra come il 54% degli intervistati sarebbe d’accordo di passare a una settimana lavorativa di 4 giorni, arrivando così a lavorare 10 ore al giorno pur di avere un giorno libero in più a settimana. Non solo, nei prossimi 5 anni il 17% dei lavoratori piemontesi pensa che ci sarà piena flessibilità di orari e luoghi e il lavoro sarà giudicato dai risultati ottenuti.

Lavorare da un posto qualunque nel mondo

Ma non finisce qui: il 12% pensa anche che sarà possibile lavorare da qualsiasi parte del mondo senza problemi e questo comporterà un maggiore e attento monitoraggio da parte dei datori di lavoro (19%). Per il 15% vi sarà una diminuzione del lavoro manuale a causa dell’AI e per il 7% le ferie diventeranno non più giorni fissi ma saranno a discrezione del lavoratore (sempre in un’ottica di lavoro basato sui risultati raggiunti).

In Italia, tre lavoratori su dieci (30%) puntano ancora sull'importanza dell'orario flessibile. I lavoratori in modalità "ibrida" sono più soddisfatti della flessibilità di cui godono (85%), mentre tra chi si reca tutti i giorni in ufficio è insoddisfatto 1 lavoratore su 4. Il lavoro da remoto sta assumendo un respiro sempre più internazionale: il 25% dei lavoratori dichiara di non avere restrizioni sul luogo e quindi di poter lavorare ovunque, anche dall’estero, il 17% ha flessibilità sia di orari sia di spazi ma il 45% afferma di doversi ancora recare in ufficio tutti i giorni, mentre rimane in modalità ibrida il 34%. Significa che c’è ancora molto da fare in questo senso: la flessibilità è fondamentale per attrarre i migliori talenti”, afferma Marcela Uribe, general manager ADP Southern Europe.

Massimiliano Sciullo

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