E’ caos nella galassia Pd per la scelta del candidato presidente del centrosinistra. In attesa della direzione regionale di domani sera, i vertici nazionali hanno infatti imposto uno “stop” all’indizione delle primarie, provocando non poca irritazione in Piemonte.
Prendere tempo
Dal Nazareno il diktat è chiaro: prendere tempo. Perché una strategia non c’è, a oggi. Il segretario regionale del Pd Domenico Rossi aveva chiesto di arrivare alla scelta del candidato entro l’autunno, i vertici nazionali continuano a rimandare la decisione. Le primarie, che il gruppo piemontese voleva organizzare il 17 dicembre per sciogliere il nodo Valle-Gribaudo, in realtà non verranno fatte prima del 2024. O forse non verranno proprio fatte.
Si aspetta il M5S
I motivi dell’altolà arrivato dalla Capitale sono noti: il Pd vuole aspettare il M5s per allargare il più possibile il campo, ma i pentastellati tergiversano. Un po’ per reticenza di alcune figure di spicco locali, un po’ per diffidenza su qualsiasi nome proposto dal Pd. Serve quindi diplomazia e la diplomazia richiede tempo. Un tempo che in Piemonte il centrosinistra sa di non avere, se vuole recuperare il terreno perso alle ultime regionali.
Saracco jolly?
Rinviare la decisione potrebbe però far tornare in campo un jolly, una carta in grado di sparigliare le carte e, chi lo sa, forse ribaltare gli equilibri: Guido Saracco. Il rettore del Politecnico che ha affermato di non essere disponibile fino alla fine del mandato.
I maligni potrebbero far notare che l’impegno con il Poli terminerà a marzo (il 17, per la precisione), a pochi mesi dalle elezioni. Chissà che il centrosinistra, a gennaio, non decida di aspettare ancora un po’ e calare l’asso. A quel punto il M5s potrebbe avallare l’alleanza.