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Attualità | 23 aprile 2023, 15:20

Villaggio Leumann: un gioiello Liberty a Collegno

Origini e storia di questo villaggio unico alle porte di Torino

Villaggio Leumann: un gioiello Liberty a Collegno

Esistono luoghi magici, dove sembra che il tempo si sia fermato. E’ il caso del Villaggio Leumann, un complesso nato tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento sul corso Francia, un rettilineo lungo 12 km che attraversa alcuni dei comuni della prima cintura piemontese.

Il villaggio nacque a seguito della scelta, da parte di Napoleone Leumann, suo ideatore, di trasferire l’azienda di lavorazione di filati di cui era proprietario, da Voghera a Collegno.

Il progetto, realizzato da Pietro Fenoglio, principale esponente dello stile Liberty torinese, prevedeva l’utilizzo di un’area di 60.000 metri quadri situata ai due lati del cotonificio, presso la quale dar vita a 120 unità abitative, tutte di piano terra e primo piano e dotate di piccoli giardini con aiuole e staccionata, ed a diversi servizi tra cui una chiesetta, una scuola elementare, una palestra, i bagni pubblici, una cooperativa alimentare, una piccola stazione ferroviaria, una mensa, un asilo nido, un ufficio postale, un teatro, un cinematografo, un albergo ed un convitto per le giovani operaie.

Si trattava, insomma, di un piccolo borgo capillarmente servito, nel quale gli abitanti potevano cioè avere a propria disposizione tutto ciò di cui necessitassero ai fini di un’esistenza dignitosa.

La decisione da parte di Leumann di trasferire la propria fabbrica da Voghera a Torino rispose all’esigenza di compensare la perdita dei benefici di cui la città poteva vantare essendo stata, fino a poco tempo prima, capitale d’Italia. Il prezzo di vendita dei lotti si era notevolmente ridotto e così Leumann decise di acquistarne uno per realizzare il progetto che aveva in mente, approfittando anche di alcuni grossi pregi di cui, quell’appezzamento specifico, poteva vantare: la presenza di corsi d’acqua e di un’infrastruttura essenziale, ossia la ferrovia, che permetteva il trasferimento rapido delle materie prime e dei prodotti manifatturieri realizzati.

La produzione del Cotonificio Leumann fu fiorente fino al 1972, quando la fabbrica venne riconvertita a tintoria e centro di nobilitazione del tessuto, e nel 2007, durante la crisi, fu costretta a chiudere definitivamente i battenti.

All’epoca della riconversione, i proprietari erano intenzionati a vendere tutta l’area, esercitando una speculazione edilizia, ma fortunatamente intervenne il Comune di Collegno che riuscì a riacquistare il villaggio a eccezione della fabbrica.
Tutti gli abitanti conservarono le loro case e oggi, quando un appartamento si libera, viene assegnato al primo in lista per le case popolari.

Parte degli edifici ad uso pubblico presenti nel villaggio hanno cambiato la destinazione d’uso: il convitto ospita la Biblioteca Civica, l’albergo è sede di associazioni, la stazione ospita iniziative rivolte ai giovani e il teatro è stato trasformato in unità abitative. L’ufficio postale, la scuola e la chiesa, invece, mantengono le loro funzioni originarie.

Oggi il Villaggio Leumann è tutelato dalla Soprintendenza dei Beni Architettonici e Paesaggistici del Piemonte, e continua ad essere l’unico esempio di archeologia industriale in Italia.

Federica De Castro

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