Ha combattuto la sua battaglia per molti anni, ma alla fine è morto don Claudio Campa, parroco della chiesa di San Massimo a Collegno. Un lutto che ha colpito tutta la collettività e che ha visto anche l'amministrazione comunale esprimere il proprio cordoglio.
Nel 2008 il sacerdote ha scoperto di avere la sclerosi multipla, dal 2012 è stato costretto a usare la sedia a rotelle. "Rimangono impressi nella comunità alcuni tratti del suo percorso umano: la voglia di darsi agli altri - tante le sue attività pastorali, di supporto al mondo della disabilità - e una partecipazione fortemente intenzionale alla vita e agli appuntamenti della comunità civile cittadina; la serenità nel vivere una malattia sempre più pesante cercando di trasformare questo stato in accoglimento e accompagnamento per sé stesso e per gli altri; un graduale abbandono della discussione accesa o dello scontro verso la tranquillità nelle parole e nei gesti, alla ricerca di dimensioni di relazioni miti e resilienti"., dicono dal Comune.
Don Claudio Campa ha trasformato la propria condizione in una spinta per abbattere le barriere: "Le nostre fragilità possono diventare feritoie dove passa la luce", diceva. Allora si è avvicinato sempre di più alle persone con diverse abilità cercando nuove strade di comunicazione, inclusione, comunione. I parrocchiani e l'Unità Pastorale gli si sono stretti intorno e sono nate numerose iniziative, come i sabati aggregativi con il pomeriggio di laboratori, la Messa e la cena comunitaria, la commissione disabilità; il lavoro quotidiano con i ragazzi portatori di handicap che frequentano il catechismo; gli incontri ecumenici con gli ortodossi e i percorsi di approfondimento tra cristiani e società attraverso gruppi organizzati. Molti disabili sono usciti dalle loro case e hanno iniziato a frequentare l’oratorio e le attività di San Massimo.
"Don Claudio è stato maestro civile di corresponsabilità e impegno comune - dice il sindaco di Collegno, Francesco Casciano - riconosciuto per la sua preziosa opera sociale, nell’inclusione delle persone particolarmente fragili, nell’abbattimento delle barriere fisiche e relazionali, nella formazione delle nuove generazioni. Attraverso questo alto confronto abbiamo costruito insieme la Charta di San Massimo, un accordo di collaborazione tra Comune e Parrocchie che ha codificato molti ambiti di cooperazione, esempio riconosciuto e copiato di nuovo modello di rapporto tra società civile e mondo religioso".