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| 27 marzo 2020, 17:25

Nichelino, altri sei pazienti della rsa San Matteo trasferiti a Torino per evitare il rischio focolaio di coronavirus

Mercoledì erano stati scoperti quattro casi di anziani positivi al covid-19 e nove erano stati già portati altrove. La preoccupazione dei sindacati

Nichelino, altri sei pazienti della rsa San Matteo trasferiti a Torino per evitare il rischio focolaio di coronavirus

Dopo il caso dei quattro anziani positivi al coronavirus, tra i pazienti della rsa San Matteo, cresce l'allarme nella casa di riposo di Nichelino.

Dopo le nove persone trasferite ieri, questa mattina altri sei pazienti sono stati portati via dalla struttura. Sono tutti in buone condizioni e sono stati portati in una residenza di Torino,per questioni di sicurezza: l'intento è infatti quello di isolare le persone che sono entrate in contatto con coloro che sono stati contagiati e poi ricoverati (pare in condizioni non gravi) in ospedale.

Gli altri pazienti della San Matteo sono ancora all'interno della casa di riposo e non presentano sintomi, tenuti lontano dal padiglione dove sono stati riscontrati i casi di contagio, per vitare il rischio di un focolaio. E nei prossimi giorni dovrebbero arrivare per tutti i tamponi (richiesti dal sindaco - e medico - Giampiero Tolardo) per avere un quadro completo della situazione all'interno della struttura di Nichelino.

"Aumentano sempre più le case di riposo investite dal contagio Covid-19. Come già più volte denunciato, in molte RSA cresce il numero dei decessi e dei contagi, con una evidente sottovalutazione dal momento che solitamente i tamponi non vengono effettuati. Allo stato attuale nei presidi residenziali gli utenti non autosufficienti, con patologie multiple gravi, sono più di 25mila con una percentuale di età oltre gli 85 anni pari al 55%", sottolineano in una nota ufficiale i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil.

"Si tratta di persone fragili ad altissimo rischio. A tutto questo si aggiunge la sensibile riduzione degli addetti al settore, anche per le assunzioni di infermieri e Oss negli ospedali. La situazione si complica con la previsione del trasferimento in RSA di pazienti non gravi affetti da Covid-19. In Piemonte in generale le RSA non sono dotate di personale specializzato e adeguatamente protetto per seguire i pazienti infetti, né ci sono padiglioni o reparti separati".

"Temiamo nelle RSA l’uso promiscuo di locali e personale: una decisione grave e inopportuna, vista l’età molto avanzata degli ospiti. Al più presto occorre adottare un protocollo unico sanitario per tutto il Piemonte, in linea con quelli dell’istituto Superiore di Sanità, anche nelle strutture residenziali per anziani. I maggiori costi di protezione del personale addetto e dell’assistenza agli ospiti non trasferiti in ospedale, vanno affrontati dalla Sanità, anche utilizzando i provvedimenti governativi in materia. Il Piemonte è la regione più anziana d’Italia, dopo la Liguria, e i pazienti in RSA sono i più fragili tra i fragili - conclude la nota dei sindacati - se non vogliamo trasformarli in “figli di un Dio minore” è necessario intervenire con risolutezza e con una strategia efficace".

 

Massimo De Marzi

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