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Eventi | 08 maggio 2019, 18:15

Venaria, la mostra Easy Rider ha raccontato il mito della motocicletta a oltre 103mila persone [FOTO]

Sono stati 103.370 i visitatori che hanno partecipato all'esposizione che dal 18 luglio è stata ospitata presso la citroniera delle scuderie juvarriane della Reale, fino allo scorso 5 maggio

Venaria, la mostra Easy Rider ha raccontato il mito della motocicletta a oltre 103mila persone [FOTO]

Moto che hanno fatto sognare, mescolando le suggestioni tipiche dei viaggi e delle avventure a due ruote con la bellezza di una cornice unica come la Reggia della Venaria Reale. Hanno fatto sognare, in particolare, 103.370 persone: quelle che dal 18 luglio scorso hanno visitato la mostra "Easy Rider. Il mito della motocicletta come arte", che si è conclusa il 5 maggio dopo 254 giorni di allestimento.

L'appuntamento, curato da Luca Beatrice, Arnaldo Colasanti e Stefano Fassone, ha richiamato tra le mura che hanno ospitato la storia un altro tipo di storia, fatta di forme ardite, melodie del motore, colori sgargianti e voglia di libertà, se non di fuga, dalle cose di tutti i giorni.

Perché le moto non sono solo mezzi di trasporto, ma possono diventare creazioni d'arte. Nata presumibilmente nel 1885 - ma la sua estetica si è sviluppata dopo la II Guerra Mondiale - in neanche 150 anni alcune marche e modelli sono entrati nell’immaginario collettivo, dalle case italiane come Ducati e Moto Guzzi, passando per il genio britannico e l’efficacia giapponese, per giungere, infine, oltre oceano con il mito americano delle Harley-Davidson. Dunque, storia e viaggio intorno al mondo.

Ospitata alla Reggia di Venaria negli spazi della Citroniera delle Scuderie Juvarriane, la mostra - suddivisa in 9 sezioni - doveva essere aperta al pubblico originariamente fino al 24 febbraio 2019. Ma il successo ha portato a nuovi giorni di visita, fascino e scoperte. Tra i tanti i modelli di motociclette esposti a Venaria, diversi evocavano film leggendari, come il chopper di Easy Rider, la Triumph Bonneville che Steve McQueen guidava ne La Grande Fuga. Ma c'erano anche i bolidi da gran premio, la MV Agusta di Giacomo Agostini, la Yamaha di Valentino Rossi e la Ducati di Casey Stoner.

"Un risultato importante per una mostra coraggiosa - spiega Fassone -: non si era mai accostato in Italia l'arte con il mondo delle moto nel suo senso più ampio. E' stata una bella sfida e i risultati ci dicono che è andata bene. Grazie all'ex direttore Mario Turetta e alla presidente Paola Zini per aver creduto nel progetto. Per me era la prima esperienza, come curatela, ma avendo al mio fianco - oltre a un abile storyteller come Arnaldo Colasanti - anche un timoniere come Luca Beatrice, bravissimo a mixare aspetti ricercati e cultura pop, c'erano tutte le basi perché fosse un progetto interessante. Speriamo di avere nuove occasioni per raccontare il mondo delle motociclette, che ha ancora tante storie da narrare, non solo sul territorio torinese e piemontese".

Massimiliano Sciullo

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