Politica - 28 novembre 2020, 07:33

Scuole "arancioni", ma chiuse: è già duello tra il Piemonte e il Parlamento. M5S: "Cirio si adegui"

Il deputato grillino Serritella: "Il governatore applichi l’ordinanza del ministro Speranza e permetta ad Anita e agli altri ragazzi di tornare a scuola”. E intanto partono le raccolte firme per rivedere i ragazzi in aula

Scuole "arancioni", ma chiuse: è già duello tra il Piemonte e il Parlamento. M5S: "Cirio si adegui"

E' quasi in zona arancione, ma è già in mezzo alle polemiche. Il Piemonte fa i conti con le decisioni che stanno per arrivare da Roma e sulla Gazzetta ufficiale, ma nel frattempo il dibattito tra Torino e il parlamento è già acceso.

In particolare, ad accendere gli animi è la prospettiva che Alberto Cirio ha messo sul tavolo di non riaprire comunque le scuole, nonostante l'uscita dalla zona Rossa. Un'idea che non piace al deputato M5S Davide Serritella. “Il Piemonte torna ad essere zona arancione, ma il presidente Cirio fa di testa sua e lascia i ragazzi di seconda e terza media a casa. È grave e inopportuno dichiari tra l’altro di essersi messo d’accordo con la ministra Lucia Azzolina, la quale invece, ha chiesto esplicitamente di dare l’opportunità ad Anita e a tutti gli altri ragazzi che nelle scorse settimane hanno manifestato, l’esigenza di riprendere la normalità e tornare finalmente in aula”.

E aggiunge: “Non so chi abbia consultato Cirio per prendere questa decisione. In ogni caso ha fatto il contrario di ciò che ha suggerito il Cts. E cioè riportare i ragazzi a scuola al più presto. Rispetti l’ordinanza del ministro Speranza senza stravolgere ciò che stato valutato e deciso con attenzione e senso di responsabilità. Non c’è spazio per i protagonismi ora”.

Intanto sono già partite le raccolte firme per rivedere i ragazzi in aula. Come quella presente sul portale di Change.org. "Le scuole medie sono scuole di prossimità, i ragazzini non si avvalgono del trasporto pubblico per recarsi a scuola - si legge nel messaggio di invito della petizione online -. Sono minori di 14 anni, dunque necessitano di sorveglianza da parte dei genitori. Si sono avviati da poco lungo il percorso dell'autonomia nello studio, peraltro avendo già compromesso metà del primo anno del nuovo ciclo scolastico a inizio pandemia; la didattica a distanza non può sostituirsi in alcun modo alla formazione in presenza per questa fascia d'età. Riaprono i negozi al dettaglio e i ragazzini non tornano in classe?".

Massimiliano Sciullo

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