Economia e lavoro - 11 ottobre 2023, 17:12

In un anno perse più di 500 imprese artigiane. “In Italia mancano un piano industriale e uno formativo”

Presentato il “Compendio dei dati statistici” di Confartigianato Imprese Piemonte. Il presidente Felici: "Occorre tutelare le aziende"

foto di archivio e conferenza 11-10

In un anno perse più di 500 imprese artigiane in Piemonte

Sono circa 500 le aziende perse del territorio piemontese nel corso dell'ultimo anno: a illustrare questo dato è il Compendio Statistico del 4° Trimestre del 2023 di Confartigianato Imprese Piemonte, presentato questa mattina al grattacielo Intesa Sanpaolo di Torino.

Dati in calo

Il documento presenta dati in calo in tutto il comparto: rispetto a un totale di 114992 imprese attive al 31 marzo 2022, infatti, corrispondono le 114484 di un anno dopo. La stessa tendenza è rilevabile anche sul fronte dell'occupazione sul lungo periodo: negli ultimi 15 anni, infatti, si è passati dai 301057 occupati del 2009 ai 241268 del 2022, con una perdita di 59789. In parziale controtendenza è il trend dei lavoratori dipendenti, aumentati di 6056 unità passando da 122191 a 128247; da questo punto di vista, l'aumento di quasi 20mila unità avuto tra il 2021 e il 2022 (da 109918 a 128247) ha fatto la differenza anche nell'invertire la rotta generale.

Le previsioni

Altri dati negativi sono arrivati dalle indagini congiunturali: le previsioni sull'andamento occupazionale nel quarto trimestre del 2023 rispetto al precedente, infatti, sono passate da -0,51 a -3,50. Stesso discorso per l'acquisizione dei nuovo ordini (da -5,29 a -14,68), per i nuovi ordini per le esportazioni (da -30,92 a -35,67) e per gli investimenti programmati (da -76,08 a -79,55).

Le strategie

A indicare una possibile strategia è stato il presidente di Confartigianato Imprese Piemonte Giorgio Felici: “In Italia – ha commentato– manca un piano industriale: negli ultimi anni, il sistema delle piccole e medie imprese ha rappresentato un margine alla povertà, anche se non sono mancate situazioni critiche di aziende che non sono riuscite a stare dietro a tutto. L'ottimismo del settore non si misura dalla capacità di investire, ma da quella di trasmettere il saper fare: il tutto deve essere supportato da un sistema formativo che non addestri a una funzione, bensì che insegni un mestiere; trasformare gli istituti tecnici in licei rappresenterebbe un bel passo in avanti culturale”.

Felici è rivolto poi alle banche: “Spesso – ha aggiunto – perdiamo delle opportunità che, invece, potremmo aggredire con il supporto degli istituti di credito. Occorre un nuovo patto tra gli attori del territorio per evitare un impoverimento generale. Un plauso, però, devo farlo alle imprese femminili, che funzionano meglio e spesso resistono di più e alle quali dovremmo garantire canali preferenziali; altro tema fondamentale è quello della sostenibilità, con l'invito a non sprecare risorse”.

La vicinanza della Regione Piemonte

Anche la Regione Piemonte ha voluto mostrare la propria vicinanza a tutto il comparto con la presenza dell'assessore al bilancio Andrea Tronzano: “Abbiamo sbloccato - ha sottolineato – 262 milioni di strumenti finanziari e altri 390 di sovvenzioni provenienti da fondi europei. In più, abbiamo dato vita a un voucher digitalizzazione creato apposta per le imprese con investimenti bassi, dai 5mila euro in su”.

L'intenzione è anche quella di impegnarsi sulla formazione: “Dobbiamo – ha concluso – far capire alle famiglie e ai ragazzi come il lavoro artigianale, troppo spesso sottovalutato, dia dignità e stipendio in un ambiente pulito e adeguato; da questo punto di vista serve un salto di qualità culturale per permettere alle imprese di trovare dipendenti”.

Marco Berton

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