Sanità - 15 marzo 2023, 07:28

La crisi economica costringe sei torinesi su dieci a rinunciare ad esami di prevenzione e screening

Solo il 29% dichiara invece di aver ridotto le spese per la salute: I risultati di un interessante studio condotto dall'Osservatorio Sanità di Unisalute

foto di archivio

La crisi economica costringe sei torinesi su dieci a rinunciare ad esami di prevenzione e screening

Nell’ultimo anno l’inflazione ha eroso in maniera significativa i risparmi e il potere di acquisto delle persone. E se in molti hanno provato a rimediare tagliando il superfluo o adottando buone abitudini antispreco, c’è il rischio che anche spese importanti – come quelle per la salute – subiscano l’impatto negativo del caro prezzi. È quello che sta accadendo? Per scoprirlo, UniSalute ha interrogato i torinesi su questo argomento, in una nuova indagine dell’Osservatorio Sanità svolto in collaborazione con Nomisma.

Quattro persone su cinque hanno cambiato le abitudini di spesa

La ricerca di UniSalute conferma, innanzitutto, come l’inflazione si stia facendo sentire nella quotidianità dei torinesi: quasi sei su dieci (56%) affermano che le loro scelte di vita sono fortemente influenzate dall’aumento dei prezzi e dal caro bollette, e il 32% dice di essere condizionato dalla situazione economica familiare. Di conseguenza, oltre quattro su cinque (85%) hanno modificato le abitudini di spesa, tagliando prevalentemente i consumi fuori casa come bar e ristoranti (77% di chi ha cambiato le abitudini di spesa), ma anche i viaggi e le vacanze (62%) e in misura minore gli acquisti relativi all’abbigliamento (48%).

Solo il 29% ha ridotto le spese per la salute

E le spese per la salute? L’impatto del caro vita c’è, ma in misura inferiore: dice di aver ridotto queste spese solo il 29% dei torinesi, dato in linea con il campione nazionale (28%). La maggioranza (71%) degli intervistati, invece, non intende modificare questa voce di spesa (58%), o ha intenzione addirittura di aumentarla (13%): segno che in molti, forse a seguito della pandemia, hanno preso consapevolezza dell’importanza di tutelare e prendersi cura della propria salute.

Per approfondire questo aspetto, UniSalute ha chiesto agli abitanti del capoluogo piemontese se fossero più attenti al proprio benessere oggi rispetto a cinque anni fa. Per quanto riguarda il benessere fisico, ha risposto di sì il 32% degli intervistati; mentre in merito al benessere psicologico, si dichiara più attento il 34%. Come motivazione di questa maggior attenzione, oltre due su tre (68%) indicano proprio l’aver capito l’importanza di controllare in maniera continuativa il proprio stato di salute.

Nessun esame o screening per quasi 6 persone su 10

Ma è davvero così? Purtroppo, non sempre ai buoni propositi seguono i fatti: nel campione di torinesi interrogato per la ricerca, ben il 58% dichiara di non aver svolto alcun esame di prevenzione e screening negli ultimi 12 mesi, con la motivazione prevalente (90%) di non aver avuto particolari problemi di salute. C’è ancora tanto da fare, insomma, per diffondere la cultura della prevenzione nel nostro Paese.

redazione

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