Un nuovo protocollo della legalità per tutelare i lavoratori, migliorare le condizioni dei facchini e allo stesso tempo evitare i problemi sorti in passato. Mentre ogni giorno migliaia di persone prestano servizio al centro agroalimentare di Torino, i vertici del Caat lavorano per redigere un documento che elimini il lavoro nero e i problemi salariali sorti in passato.
A renderlo noto è Marco Lazzarino, presidente del Cda del Caat: “Il tema della legalità è molto sentito, abbiamo predisposto un protocollo alla Prefettura e alle associazioni dei grossisti”. Il documento, una volta approvato, servirà a porre fine ai problemi emersi negli scorsi anni e costati al Caat diverse migliaia di euro. “Con i nuovi contratti il tema è stato risolto. Per quanto riguarda il passato - ha spiegato Lazzarino, arrivato alla guida del centro agroalimentare nel 2017 - nel momento del mio insediamento ho trovato un proliferare di contenziosi che avrebbero potuto portare a gambe all’aria la società”. A riprova della veridicità delle parole del presidente, vi sono i 350.000 euro stanziati a bilancio per fondi di spese legali e restituzioni ai grossisti. Una cifra piuttosto elevata.
Attualmente all’interno del centro sono presenti cooperative di movimentazione, insediate con contratti di locazione dal 2016 e difficili da controllare. E’ all’interno di quest’ultime - secondo Lazzarino e il direttore Gianluca Meglio - che si verificherebbero problemi relativi al lavoro in nero, al pagamento di contributi e a disparità salariali. L’obiettivo del Cda, nel piano di sviluppo quinquennale, è quello di istituire un albo che favorisca l’ingresso di alti grossisti esterni che vadano a stimolare i soggetti già presenti a fornire un servizio di qualità e allo stesso tempo corretto.
Ribadita la volontà di risolvere le criticità, presidente e direttore del Caat hanno sottolineato con orgoglio l’eccellenza del centro: “Migliaia di persone hanno lavorato ogni notte, ance durante la pandemia: il Caat è un gioiello della Città di Torino. Non vanno dimenticate le donazioni che il centro agroalimentare ha fatto alla rete di Torino solidale, alle mense dei poveri e ai presidi sanitari”.