Il Centro del Restauro di Venaria Reale ha presentato a Palazzo Madama ieri, 17 aprile, il bilancio del 2017. Un anno importante, fatto di mostre, restauri, ma soprattutto tanta formazione e ricerca, con una serie di progetti internazionali di cui è entrato a fare parte. “Tra pochi giorni – ha annunciato il presidente, Stefano Trucco – porteremo al cda il nuovo statuto, arrivato dopo 5 anni di gestazione”. Ma è solo l’ultimo passo di una serie di progetti di successo, che hanno visto crescere l’ente venariese ben oltre i confini regionali.
Pochi giorni fa, infatti, il Centro si è aggiudicato un bando per il restauro del Battistero di Pisa, dove allestirà anche una mostra. Nell’immediato futuro, poi, c’è un viaggio a Gaza, dove Stefano Trucco, insieme ad altri tecnici, andrà a constatare lo stato del patrimonio artistico-architettonico palestinese. Una missione difficile e importante che sancisce la dimensione internazionale dell’ente.
“Tutti gli obiettivi – ha commentato Antonella Parigi, assessore regionale alla cultura – sono stati ampiamente raggiunti. A chi mi diceva che avrei dovuto chiudere il Centro, o accorparlo ad altri enti, dico che ho fatto bene a tenerlo aperto”. E il bilancio parla di progressi anche economici, perché negli ultimi due anni sono aumentate anche le entrate: un +20% in arrivo da bandi e progetti, in Italia e all’estero. Al momento, a Venaria lavorano oltre 50 persone, ed è un segnale, questo, che dà dignità a un mestiere che si considerava in crisi, quello del restauratore.
“Il lavoro del Centro – ha sottolineato Roberto Falcone, sindaco di Venaria – è motivo di orgoglio per tutta la città e anche per me, per la sempre viva collaborazione con il suo presidente e per la presenza sul territorio di una realtà dinamica, in grado di attrarre sempre più i giovani di Torino e non solo”.
Dal Museo Egizio ad Assisi, dalla Reggia di Venaria a Monaco di Baviera, Elisa Rosso, segretario generale del Centro, ha snocciolato la lunghissima lista dei lavori svolti lo scorso anno. Restauri, soprattutto, condotti su diversi materiali e su diversi tipi di reperti, a testimoniare l’ampiezza delle attività del Centro, nonché la fitta rete di relazioni internazionali costruita nel tempo. È per questo che sia la Soprintendenza, sia la Compagnia di San Paolo, per fare alcuni esempi, hanno dato il proprio sostegno all’ente venariese. Ma è soprattutto la formazione, con cinque percorsi diversi, a rappresentare un settore in crescita, al pari della ricerca.