Un comparto economico di rilievo, ma soprattutto un comparto in grande trasformazione. E’ questo il profilo del settore del gioco pubblico italiano che fuoriesce dalla ricerca realizzata da Nomisma, che traccia i contorni di un sistema in cui il terrestre mantiene un ruolo importante ma la crescita più significativa è quella dell’online, che ha ormai modificato equilibri e rapporti di forza.
Nel Rapporto “Il valore economico e sociale dei giochi pubblici su rete fisica”, stilato da Nomisma in collaborazione con Novomatic Italia, si legge che il gambling italiano contribuisce all’1,1% del Prodotto Interno Lordo nazionale, generando 2,2 posti di lavoro aggiuntivi nell’economia complessiva per ogni occupato del settore. Nel 2024 il mercato regolamentato ha generato una raccolta che ha superato la quota dei 157 miliardi di euro, mentre la spesa effettiva è stata di 21,4 miliardi, di cui 16,3 riconducibili al canale fisico.
Una parte importante del rapporto è dedicata alla rete terrestre e ai suoi numeri: 85 mila esercizi, che hanno garantito lo scorso anno un gettito di 9 miliardi e 200 milioni di euro, generando inoltre 324 mila posti di lavoro tra occupazione diretta, indiretta e indotta. Numeri che corrispondono a un comparto importante sia per quanto riguarda le risorse fiscali che per quelle occupazionali. Numeri che parlano, poi, di un sistema diffuso in modo capillare in tutto lo stivale, con Lombardia, Lazio e Campania (quest’ultima prima regione per scommesse sportive e ippiche) a rappresentare i territori a maggiore concentrazione di punti vendita.
Se questi sono i numeri del settore terrestre, ancora più importanti sono quelli del gioco digitale, protagonista di un trend di crescita assolutamente marcato. Nel 2024, il 59% della raccolta complessiva è transitato attraverso casino online e scommesse sportive, contro il 41% proveniente dalla rete fisica. Si tratta di una crescita importante rispetto al 2019, quando il terrestre rappresentava ancora la fetta più importante del mercato (precisamente il 67%). In cinque anni, infatti, la quota fisica si è ridotta di 26 punti percentuali. Un calo dovuto soprattutto alla crescita dei siti di casinò online in Italia, che hanno compensato a livello tecnico il gap che esisteva con le piattaforme legate alle scommesse digitali, nonché nelle restrizioni normative a livello territoriale (quelle, per intenderci, del lockdown e del Covid 19). Ed è così che si è arrivati a un periodo, il 2019-2024, in cui la raccolta online è più che raddoppiata, con un incremento del 153,6%.
Insomma, il rapporto di Nomisma evidenzia la crisi della rete terrestre, condannata a una marginalizzazione economica e a questo punto anche normativa. Per questo gli esperti chiedono a gran voce una normativa nazionale unitaria in grado di garantire equilibrio tra rilevanza economica del comparto, tutela della legalità e salvaguardia della salute pubblica. Perché il gambling italiano è un settore in transizione, in trasformazione, in cammino. Un cammino verso il futuro, verso la tecnologia e verso il digitale che non deve però dimenticare da dove si è venuti.
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