Definire il rapporto tra Terzo Settore e pubblica amministrazione, per valorizzare un patrimonio che in Piemonte conta 30.204 istituzioni no profit e 72.780 dipendenti. E’ questo l’obiettivo della proposta di legge firmata Monica Canalis, presentata questa mattina a Palazzo Lascaris.
"Il Terzo Settore è quella rete silenziosa che tiene in piedi il Paese, in ambito sociale, sanitario, culturale, sportivo, educativo e ambientale", ha ricordato Canalis, accompagnata dai consiglieri regionali del Partito Democratico e da Stefano Lepri, relatore al Senato della legge delega 106/2016 sul Terzo Settore. L’idea che ispira la proposta di legge è quella, nel nome del bene comune, di far agire gli enti del Terzo Settore e la Pubblica Amministrazione in cooperazione e sinergia, piuttosto che in uno spirito di competizione o subordinazione.
"Ora è il momento di uno scatto in avanti. Occorre aggiornare la materia anche a livello regionale, dotando il Piemonte di una legge che definisca il rapporto tra PA e ETS, come già accaduto in Liguria, Toscana, Emilia-Romagna, Umbria, Molise e Lazio. Che cosa aspetta il Piemonte?", ha spiegato Canalis, citando la sentenza del 2020 della Corte Costituzionale che riconosce giuridicamente gli enti di Terzo Settore.
"La mia proposta di legge - ha concluso Canalis - prevede l'istituzione di una Consulta all'interno quale la Regione Piemonte si confronta in modo costante con i rappresentanti degli Enti del Terzo Settore. La Consulta coordina le attività di coprogrammazione, esprime pareri e proposte, promuove ricerche e indagini sul Terzo Settore, realizza iniziative pubbliche e occasioni periodiche di confronto con gli ETS". Infine la proposta di legge prevede un meccanismo premiale nei bandi regionali per quei comuni che pratichino la coprogettazione con gli ETS.