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Sanità | 02 dicembre 2023, 09:00

La capacità di autoguarigione dell'organismo

I consigli di Nutrigenomica di Simona Oberto

La capacità di autoguarigione dell'organismo

Più volte, nei miei articoli ho sottolineato quanto condizioni estreme di urbanizzazione e di iper-tecnologia stiano togliendo, man mano, qualità di vita.

Il problema di fondo è che da una parte le condizioni ambientali sono cambiate in modo troppo repentino, mentre la nostra costituzione genetica è praticamente rimasta identica a quella dei nostri antenati dell'età della pietra. Questo vuol dire che stiamo vivendo una sorta di “discrepanza evolutiva” in quanto incapaci di adattarci biologicamente del tutto all'ambiente in cui viviamo. La verità è che dovunque siamo e qualunque cosa facciamo non possiamo evitare di essere esposti ad una molteplicità di agenti fisico-chimici di natura patologica.

Fortunatamente siamo provvisti di meccanismi biologici e psicologici che ci permettono di reagire in modo adattativo a prove di ogni genere ed è proprio la nostra capacità di adattamento che ci consente di superare molte volte le peggiori situazioni. Ed è proprio questa capacità adattativa che, a volte, favorisce una sorta di guarigione spontanea dell'organismo.

I medici dell'antichità, primo fra tutti Ippocrate, erano consapevoli di questa capacità naturale dell'organismo di controllare la malattia, definendola “vis medicatrix naturae”, vale a dire: la forza guaritrice della natura. I grandi maestri delle antiche medicine tradizionali inculcavano nei loro studenti la necessità di esaminare attentamente qualunque cosa potesse interagire nella causa e nel decorso di una malattia e di evitare qualunque trattamento che potesse interferire col processo di guarigione o che potesse arrecare danno (“primum non nocere”).

L'esistenza di centenari sani e vigorosi in alcune particolari zone del mondo dimostra che la possibilità dell'uomo di raggiungere la longevità in salute è possibile. Certo è che alla base ci deve essere una buona costituzione genetica ed occorre avere un buon stile di vita, ma forse la cosa più importante è essere in possesso di una volontà di vivere che attivi i meccanismi naturali dell'organismo di resistenza alla malattia.

Molti studi scientifici stanno confermando che la minore o maggiore longevità è legata a diversi fattori: una dieta naturale e ricca di nutrienti; un'attività fisica costante ed adeguata; una partecipazione attiva ai problemi della comunità e una equilibrata gestione delle relazioni e della componente psicoemotiva.

Insomma, noi possiamo essere partecipi della nostra salute, compiendo le giuste scelte che aiutano il nostro corpo a mettere in atto i meccanismi naturali di recupero che molti ricercatori definiscono “reazioni omeostatiche”, cioè quei processi naturali che permettono all'organismo di ritornare allo stato normale in cui si trovava prima di essere disturbato dall'influenza patologica. Anche il nostro stato mentale e il nostro umore possono influenzare l’evolversi di un processo patologico. Oramai è comprovato che la mente umana influenza il corpo e viceversa. Credere in una cura o in chi si prende carico della nostra guarigione, ma anche una atmosfera di ottimismo e cordialità aiutano e favoriscono il processo di guarigione.

Vi faccio un esempio: la digestione dei grassi, contenuti in un cibo, non è solo un processo puramente biochimico che implica la disgregazione delle particelle di grasso da parte di appropriati enzimi e l'assimilazione dei prodotti della disgregazione nel flusso sanguigno e negli organi, ma è anche un processo di digestione influenzato dalla mente.

Provate a immaginare di ricevere una telefonata sconveniente durante il pranzo, ecco che quell’elemento di disturbo andrà a ostacolare proprio la scomposizione delle particelle di grasso, rallentando tutto il processo digestivo, con una conseguente sintomatologia che potrà andare dalla acidità al reflusso, dal senso di pienezza al gonfiore addominale, ma anche sonnolenza, emicrania o nausea.

Le emozioni negative come la paura, l'insicurezza e la rabbia creano una sorta di “turbine emozionale” che può aumentare il flusso dell'acido cloridrico nello stomaco, favorire una iperattività adrenalinica nella produzione di corticoidi, aumentare la pressione del sangue e accelerare il battito cardiaco. Penso che sia giunto il momento che ogni persona si assuma la responsabilità della propria salute attraverso un'educazione più appropriata che va oltre il proposito di un sano stile di vita e che comprenda anche la comprensione di ciò che effettivamente può giovare o nuocere al proprio organismo. “Ciascuno è il miglior medico di sé stesso” perché ciascun essere è unico nella sua salute e anche nell’espressione dei sintomi del proprio malessere.

Il motto socratico “conosci te stesso” ha mille risvolti e sfaccettature. In ambito medico potrebbe fare la differenza, perché chi si conosce sa prendersi cura di sé stesso e sa scegliere la persona giusta e di fiducia da cui farsi curare, se occorre.

Qualsiasi cura dovrebbe implicare la partecipazione diretta della persona, consapevole delle reali alterazioni del suo stato mentale e del suo corpo, il tutto integrato dalla volontà di procedere attraverso cambiamenti adattativi, sfruttando anche le forze del corpo e della mente che operano proprio nella “vis medicatrix Naturae”.

Esiste una vera e propria “saggezza” dell’organismo che gli permette di gestire, curare, rafforzare, proteggere, guidare ogni nostra funzione. Allora, il nostro compito qual è? Dobbiamo aiutarlo con tutti i mezzi che abbiamo a disposizione. Forse non ci avete mai pensato, ma, ad esempio, la creatività, un aspetto della volontà di vivere, favorisce il processo di guarigione perché induce gli impulsi vitali cerebrali che stimolano la ghiandola pituitaria (ipofisi) provocando effetti sulla ghiandola pineale e sull'intero sistema endocrino. Anche l'umorismo, la risata, il cuore leggero agiscono come potenti medicamenti perché costituiscono un nutrimento vitale.

Saper ridere di cuore è un modo per essere appagati, senza bisogno di cercare gratificazioni pericolose come le droghe, il fumo o l’abuso di alcol e di zucchero. Il nostro cervello è veramente in grado di ordinare cambiamenti biochimici che sono indispensabili per combattere la malattia e per stimolare l'attivazione delle difese organiche.

La nostra convinzione nell'efficacia della terapia, la fiducia nel terapeuta e una forte motivazione possono influenzare in modo positivo il processo di guarigione andando a modificare la chimica dell'organismo. La conoscenza, la lucidità mentale, l'equilibrio sono tutti aspetti importantissimi che dovrebbero accompagnarci nelle nostre giornate. Quello che ci disturba non è tanto il caos che ci circonda (persone sempre più frenetiche, problemi sempre più insormontabili, il traffico caotico e i rumori assordanti), quanto piuttosto il nostro caos interiore. Molto spesso viviamo nel disordine e nella confusione, due condizioni che aumentano l’insicurezza e la paura.

La salute necessità di coerenza: se diciamo l'opposto di quello che pensiamo; se accettiamo ciò che è ci disgusta; se ci rallegriamo per le disgrazie altrui o chiudiamo gli occhi per non vedere ciò che ci danneggia, chi ne farà le spese sarà proprio la nostra persona, sia nella componente fisica che in quella mentale e psicoemotiva. Al contrario la volontà di vivere nella salute renderà il corpo umano capace di trarre il massimo da sé stesso.


È indubbio che alcuni modi di vivere provocano pericolose carenze nutrizionali, tra le più diffuse c’è lo squilibrio vitaminico cronico, come risultato di un largo uso di cibi sottoposti a trattamenti a caldo che le distruggono. Molte persone vivono con queste carenze pericolose, senza rendersi conto del grande handicap che provocano al loro organismo.

Quello che conta è il senso dell'equilibrio che riconosce l'importanza delle vitamine, ma nemmeno vede in esse l'unica chiave per la salute. Come sempre è una questione di buon senso.

Nella mia vita professionale e non solo, ho imparato a non sottovalutare mai la capacità di recupero della mia mente e del mio organismo, anche quando le prospettive sembrano più infauste, perchè la forza della vita è molto potente. Proteggere e avere cura di questo impulso naturale che possediamo può veramente fare la differenza sul nostro stato di salute e malattia.

Tutti dovrebbero sapere che non c'è niente di più importante nel corpo umano della sua capacità naturale di recupero, quando gli si concede un minimo di rispetto. Quello su cui forse bisognerebbe spostare l'attenzione non è tanto la conoscenza della malattia, quanto la conoscenza degli esseri umani in cui esiste la malattia.

Redazione

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