Il lavoro a Torino? Nel 47% dei casi (la maggioranza) è fatto di assunzioni a tempo determinato. Con contratti di durata sempre minore. Con qualifiche sempre più basse che denotano scarsa innovazione e formazione da parte del tessuto produttivo.
Cresce il part time involontario, che alimenta ulteriormente un'occupazione povera. E sono soprattutto le donne (64,3%) a esserne coinvolte. La disoccupazione sta all'8,4%, ma per i giovani sfiora il 30%. Sono un esercito di 80mila persone, pari al 57,8% del totale dei disoccupati in Piemonte.
Domanda di lavoro poco qualificata
Sono alcuni dei dati che accompagnano la relazione finale (dopo due mandati e 8 anni di attività) di Enrica Valfrè, segretaria uscente della Camera del Lavoro di Torino. La Cgil cittadina cerca dunque una nuova guida, ma intanto fa i conti con un periodo storico che alle difficoltà storiche del territorio ha abbinato il Covid, la guerra in Ucraina e la sfida non semplice della transizione ecologica e digitale. "La domanda di lavoro è poco qualificata - è l'allarme di Valfrè - e spesso dà come sbocco ai laureati solo tirocini e apprendistato. Inoltre le catene di lavoro sono sempre più frammentate, tra appalti e subappalti".
Un reddito medio sotto i 26mila euro
Ne consegue, per una popolazione che ha un'età media di 46 anni, un reddito medio di 25.647 euro, in calo del 2,2% nel 2020, ultimo dato disponibile. E nel frattempo, l'effetto sui consumi è stato del 4,8%. "Sono dati che mostrano una trasformazione produttiva ormai compiuta, con lavoro sempre più povero e precario. Siamo una città che, pur con qualche luce, fa ancora fatica".
Rilanciare la Vertenza Torino
Ecco perché, un tema come la vertenza Torino (lanciata con tanto di fiaccolata nelle vie del centro pochi mesi prima dell'esplosione della pandemia), resta attuale. "È l'azione di un sindacato confederale - dice Valfrè - per questo penso andrebbe ripresa e aggiornata".