Sport - 17 ottobre 2022, 18:51

Su il sipario sul Giro d'Italia 106, svelate le tappe del 2023: la regina è la Longarone-Tre Cime di Lavaredo, un mix tra storia e fatica pura

Otto tappe per velocisti, tre prove contro il tempo per un totale di 70,6 km, 7 tappe di montagna con altrettanti arrivi in salita compresa la cronoscalata del Monte Lussari e 4 tappe mosse, molto insidiose

Su il sipario sul Giro d'Italia 106, svelate le tappe del 2023: la regina è la Longarone-Tre Cime di Lavaredo, un mix tra storia e fatica pura

Chi succederà a Jay Hindley e conquisterà il Trofeo senza Fine? Il Giro d'Italia 2023 è stato svelato questa sera nel teatro lirico Giorgio Gaber di Milano con una partenza tutta italiana in Abruzzo e che vedrà toccate la maggior parte delle regioni dello stivale.

L'edizione numero 106 della corsa rosa si accenderà il 6 maggio con la Fossacesia-Ortona e la suggestiva cornice della pista ciclabile della Costa dei Trabocchi con una cronometro nel territorio abruzzese, la seconda volta dopo il 2001 e la carovana ritornerà nella regione proprio 

Altre due tappe saranno dedicate ai cronoman durante le tre settimane, 70.6 km in totale, ma tante tante montagne, 7 tappe con altrettanti arrivi in salita compresa la cronoscalata del Monte Lussari e 4 tappe mosse, molto insidiose, saranno il menù di questo Giro che propone 51.300 metri di dislivello nei suoi 3.448,6 chilometri totali da percorrere.

L’unico sconfinamento del Giro sarà in Svizzera con l’arrivo in salita a Crans Montana che avrà nella tappa la Cima Coppi di questo Giro: il Colle del Gran San Bernardo con i suoi 2.469 metri. La Scandiano – Viareggio invece sarà la Tappa Bartali e il Gran Sasso d’Italia (Campo Imperatore) sarà la Montagna Pantani (nel 1999 la vittoria del Pirata).  

Via da Teramo il secondo giorno, 204 chilometri con il finale a San Salvo Marina per una tappa leggermente mossa nella prima parte, prima di raggiungere la costa e percorrerla quasi interamente fino all’arrivo con un probabile arrivo in volata per la felicità dei velocisti.

Ripartenza da Vasto e arrivo a Melfi in una tappa nettamente divisa in due parti. La prima fino all’ingresso in Basilicata completamente pianeggiante prima di incontrare le montagne del Vulture. Si attraversa il massiccio del Monte Vulture toccando i Laghi di Monticchio prima di scendere su Rionero e Rapolla in vista della risalita finale a Melfi. Prima tappa appenninica che supera una serie di asperità fino ad accumulare 3500 m di dislivello quella che da Venosa porta a Lago Laceno, primo arrivo in salita del Giro.

Mercoledì 10 e giovedì 11 spazio alle ruote veloci del gruppo con la Atripalda – Salerno e la Napoli – Napoli dove comunque gli sprinter puri dovranno conquistarsi la volata visto il percorso non interamente pianeggiante. Secondo arrivo in salita del Giro e primo sopra i 2000 metri quello a Campo Imperatore sul Gran Sasso d’Italia (2135 m) con partenza da Capua. Dopo un lungo avvicinamento si scala la salita classica di Roccaraso e il Piano delle Cinque Miglia prima di una lunghissima discesa fino ai piedi del Gran Sasso. L’ascesa a Campo Imperatore è una salita interminabile di quasi 45 km spezzata da un falsopiano.

Sabato 13 maggio, da Terni a Fossombrone, una tappa mossa con i muri delle Marche a decidere il finale. I 60 km finali racchiudono praticamente tutto il dislivello (2.500 metri). Si scalano le ascese dei Cappuccini (3 km circa on pendenze fino al 19%), il Monte delle Cesane (7 km circa con pendenze fino al 18%) e dopo lo strappo di Montefelcino nuovamente la salita dei Cappuccini la cui cima, a 5 km dall’arrivo, è il trampolino ideale per chi volesse vincere la tappa.

Cronometro interamente piatta, per specialisti, quella che da Savignano al Rubicone porta a Cesena (Technogym Village) dopo 33,6 km. 

Dopo il primo giorno di riposo, martedì 16 e mercoledì 17 il gruppo affronterà due tappe adatte alle ruote veloci del gruppo: la Scandiano – Viareggio e la Camaiore – Tortona.

Si cambia registro giovedì 18 maggio con la Bra – Rivoli: tappa mista caratterizzata da tre segmenti riassumibili nel trittico collina-pianura-montagna. Dopo la prima parte collinare si attraversa quindi per circa 60 km la pianura Padana passando sulla linea di arrivo prima di affrontare l’impegnativa salita del Colle Braida transitando accanto alla Sacra di San Michele. Ultimi 20 km ondulati fino a raggiungere Rivoli.

Il giorno seguente tappone alpino da Borgofranco d’Ivrea a Crans Montana in Svizzera. Questo sarà l’unico sconfinamento di questo Giro. Si scalano il Colle del Gran San Bernardo (2469 m – Cima Coppi) lungo ben 34 km pur senza pendenze eccessive. Si supera quindi la Croix de Coeur (15 km x 1350 m disl) un altro passo over-2000.

Seconda discesa di oltre 22 km e dopo un breve piano salita finale a Crans Montana da un versante inedito rispetto agli approcci consueti alla località turistica.

Altra frazione adatta ai velocisti quella che partirà da Sierre a Cassano Magnago prima della tappa “di montagna in città”, la Bergamo – Bergamo di domenica 21 maggio. Sebbene intervallate da tratti abbastanza semplici le salite da affrontare possono costituire terreno per ogni tipo di attacco. Dopo pochi chilometri si scala la Valcava con le sue pendenze arcigne entrando in provincia di Bergamo. Primo passaggio in città (non sull’arrivo) per scalare i tornanti di Selvino. Discesa su Bracca e Sedrina per rientrare in Bergamo attraverso il traguardo (strappo della Boccola). Si affronta quindi la Roncola dal versante di Barlino per ridiscendere su Bergamo fino all’arrivo in città.

L'ultima settimana è da cuori forti. Dopo il secondo e ultimo giorno di riposo il secondo tappone del Giro attende la carovana. La Sabbio Chiese - Monte Bondone si svolge tutta a quote relativamente basse, ma accumula oltre 5000 m di dislivello suddivisi tra salite molto dure e altre pedalabili. Prima parte lungo la costiera occidentale del Garda per raggiungere il Trentino a Riva del Garda. Si scala quindi il Passo di Santa Barbara (media attorno al 10%) e in rapida successione il Passo di Bordala. Discesa veloce su Rovereto da dove si entra nella Vallarsa per poi svoltare verso l’altopiano di Folgaria passando da Serrada. Discesa impegnativa fino alla valle dell’Adige a Calliano e dopo l’unico breve tratto pianeggiante di circa 10 km si scala il Monte Bondone dal versante di Aldeno con i suoi cambi di pendenza con punte fino al 15%.

Si rifiata mercoledì 24 maggio con una tappa completamente pianeggiante da Pergine Valsugana a Caorle prima di una tre giorni in crescendo.

La 18a frazione da Oderzo alla Val di Zoldo prevede infatti 3.700 m di dislivello. Tappa di montagna breve ma intensa. Dopo pochi chilometri dalla partenza si scala il Cansiglio dal versante classico di Vittorio Veneto (Passo la Crosetta) per entrare nel territorio dell’Alpago e percorrerlo fino a raggiungere la valle del Piave. Dopo Longarone si tocca Pieve di Cadore per scalare senza tratti di riposo la Forcella Cibiana e, inedito 2023, dopo Forno la salita di Coi con i suoi quasi 4 km oltre il 10% e le punte al 19%. Da lì mancheranno 5 km all’arrivo divisi equamente tra discesa e risalita pedalabile.

Venerdì 26 maggio è il "the day", la partenza a Longarone, è ricca di ricordi, il 6 ottobre del 1963, 60 anni quindi nel 2023 saranno passati dal crollo della diga nel Vajont in cui persero la vita 1917 persone. L'arrivo sarà alle Tre Cime di Lavaredo, che lo Squalo Vincenzo Nibali fece sue nel 2013 vincendo sotto una tempesta di neve. Pendenze che sfiorano il 20%, una delle vette storiche del Giro che fa paura solo a pronunciarle.

Dopo l’avvicinamento attraverso l’Agordino si affrontano oltre 100 km che racchiudono praticamente l’intero dislivello della tappa senza alcun tratto di riposo tra una salita e l’altra. Giunti ad Arabba si scalano il Passo di Campolongo seguito dal Passo Valparola che immette nella “Scala Santa” delle salite dolomitiche costituita da Passo Giau (versante Selva di Cadore 10% medio circa), Passo Tre Croci e Tre Cime di Lavaredo con le sue pendenze fino al 18%.

Cronometro individuale estremamente impegnativa quella da Tarvisio al Monte Lussari (1050 mt di dislivello). I primi 10 km circa si svolgono in piano o leggera discesa prevalentemente lungo la Ciclovia Alpe Adria e permettono di sviluppare grandi velocità. Giunti al Torrente Saisera (Cronometraggio intermedio) iniziano circa 8 km pavimentati in cemento che portano al Santuario. Il tratto di salita vera e propria in 7.5 km propone pendenze attorno al 12% medio con i primi 4.8 km al 15% (paragonabile al tratto centrale dello Zoncolan). Parte finale ondulata con un breve strappo (fino al 22%) in entrata al paese seguito da una breve discesa e una risalita fino all’arrivo.

Nella città eterna, la Capitale, l'arrivo finale a Roma ai Fori Imperiali per un Giro che è pronto a dare spettacolo. Senza un compianto Vincenzo Nibali che ha detto addio alle corse con l'ultima gara al Giro di Lombardia, ma con la speranza che i ciclisti italiani ritornino ai grandi livelli del passato.

redazione

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