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Economia e lavoro | 13 giugno 2022, 13:37

“I mercati stanno morendo, serve una riforma”: il G.O.I.A. lancia l’allarme [VIDEO]

Il presidente Nardozzi: "Torino è la città più indicata per far partire la riforma. Da qui è partito tutto: la tassa giornaliera, l’uscita dalla direttiva Bolkestein. Da qui si dovrà partire per salvare i mercati"

mercati - foto d'archivio

“I mercati stanno morendo, serve una riforma”: il G.O.I.A. lancia l’allarme

I mercati rischiano di sparire, stretti dalla concorrenza sleale e da regolamenti vecchi e mai uniformi. E' un vero e proprio appello quello lanciato dal G.O.I.A., sindacato degli ambulanti, entrato in stato d'agitazione: "Lo diciamo chiaro ai nostri clienti: attenzione, vi stanno rubando il mercato".

Nardozzi: "I mercati si stanno svuotando"

Utilizza toni piuttosto duri e schietti Giancarlo Nardozzi, presidente G.O.I.A., per denunciare la morsa che sta soffocando lentamente i mercati di Torino e di tutta Italia: "I mercati ormai si stanno svuotando sia di ambulanti che di qualità. Quest'ultima è venuta a mancare grazie a un accanimento senza precedenti verso la categoria. Ci confrontiamo con Governo, Comuni, Regioni: non ci sono regolamenti che ci tutelano". L'esempio portato, oltre ai mancati rinnovi e alle delocalizzazioni, è quello della legge sul canone unico dei tributi, di fatto mai rispettata dagli stessi Comuni che dovrebbero applicarla.

Il presidente del G.O.I.A. avverte: "Giochetto per farci sparire"

"Il giochetto è far morire i mercati per far prevalere le vendite online e le grosse distribuzioni. Questo - avvisa Nardozzi - porterà a un monopolio sui prezzi". Di fatto, se oggi è possibile comprare una a 50 centesimi al mercato, secondo il presidente del G.O.I.A. si arriverà presto a comprarla 1,50 euro al supermercato. Un prodotto più caro e meno fresco, perché tenuto a lungo in magazzino, racconta.

La riforma chiesta dal G.O.I.A.

Il G.O.I.A. chiede quindi una riforma che si muova su tre lati: fiscale, dei regolamenti e del sindacato stesso: "Per quanto riguarda i tributi locali si deve obbligare i Comuni a rispettarla. La legge prevede il blocco degli aumenti della tariffe previgenti e tetti massimi alle tariffe. Tanti non si adeguano alle indicazioni, sia per interessi contrari da parte dei Comuni stessi che da parte degli enti privati di riscossione tributi, che percepiscono una percentuale sul raccolto e consigliano di non attenersi alle norme di legge. E’ gravissimo, l’abbiamo segnalato al ministero" spiega Gregory Massa, consulente tecnico direttivo Nazionale G.O.I.A. Fenapi. "Ci sono poi i tributi statali, chiediamo semplificazioni ulteriori in un regime che non abbia limiti e sia semplificato come il forfettario. Che non sia d’ostacolo agli investimenti e avvicini i giovani alle imprese".Dal punto di vista sindacale, la richiesta è precisa: l'elezione diretta dei rappresentanti, nelle sale dove conta averne. "La legge del riordino del sistema camerale - ribadisce Massa - c'è ed esiste dagli anni ’90. Prevede la possibilità di elezione diretta dei rappresentanti da parte di chiunque sia iscritto alla Camera di commercio. E’ inattuata da 20 anni e chiediamo che venga attuata, ribaltandola sul Cnel, dando voce alle piccole imprese".Più in generale, la proposta è quella di un nuovo regolamento: "Il commercio ambulante non vede una riforma dal 1998, dall’attuazione del decreto Bersani. Da allora ci sono state riforme costituzionali, con le regioni che hanno avuto mani libere per modificare le norme. A oggi abbiamo differenze enormi tra un comune all’altro, ci sono comuni confinanti con differenze regolamentari incredibili. Invece dovrebbe essere quasi armonizzato per favorire il lavoro e gli spostamenti delle imprese".

La ricetta "salva mercati"

La "ricetta salva mercati" prevede poi la garanzia di mobilità delle imprese, senza chiedere agli ambulanti di cambiare mezzi ogni 3/4 anni: "I nostri mezzi fanno pochi km al giorno e non sono loro a creare inquinamento". Infine, l'iscrizione della categoria nel novero dei lavori usuranti, dal momento che i mercatali sono costretti a lavorare di notte, soggetti a intemperie, facendo un mestiere pesante e manuale.

"Torino - conclude Nardozzi - è la città più indicata per far partire la riforma. Da qui è partito tutto: la tassa giornaliera, l’uscita dalla  direttiva Bolkestein". Da qui si dovrà partire per salvare i mercati.

Andrea Parisotto

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