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Economia e lavoro | 01 giugno 2022, 19:20

Aerospazio, una città senza cittadini? Ecco i timori dei sindacati: "Arrivano aziende, ma intanto stabilizziamo i precari"

Secondo i progetti si potrebbero creare 2500 posti entro il 2026. Vergnano: "Fin qui nessun contatto con i sindacati da parte di Comune, Regione e Distretto"

satellite in orbita

La Cittadella dell'Aerospazio compie passi avanti, ma i sindacati chiedono certezze

La Cittadella è in arrivo (ormai è chiaro), ma i cittadini ci sono? Questa è la domanda che si pongono i sindacati a proposito del settore dell'Aerospazio, pronto a decollare insieme al suo distretto nell'area che già attualmente ospita realtà importanti al confine tra Torino e Collegno: Leonardo, Altec, Thales Alenia Space e non solo.

Big player e grandi investimenti

Fin qui, sulla carta, dovrebbero sorgere laboratori, campus, spazi urbani e museali in corso Marche, con investimenti per un miliardo e cento milioni, di cui 300 milioni di provenienza pubblica. La zona è quella oggi occupata dalle società Leonardo, Thales Alenia Space e Altec, potrebbe interessare anche Avio Aero, Argotec e Collins, oltre a Politecnico e Università di Torino. Dodici progetti in campo: laboratori aziendali e del Politecnico, campus universitario con sezioni di studio specifici, il vecchio aeroporto Torino Aeritalia che dovrebbe essere recuperato e messo a servizio della città aeronautica.

Stabilizzare prima i precari

"Ma è stata un’attività che non ci ha coinvolto come lavoratori e lavoratrici interessati e non ha visto la partecipazione nemmeno delle Organizzazioni Sindacali", dicono da Fiom Cgil. "Non si è ancora aperto un confronto vero sul territorio e dentro le aziende chiamate in causa - commenta Valter Vergnano, segretario generale Fiom Cgil Piemonte -. I numeri raccontati prevedono entro il 2026 l’insediamento di una settantina di imprese e la creazione di 2500 nuovi posti di lavoro. Bene. Cominciamo a stabilizzare i lavoratori precari (somministrati o consulenti) di cui le aziende del settore sono già piene. 

La precarietà del lavoro, anche quello intellettuale, è diventata una piaga e l’aerospazio non fa eccezione".


"Crediamo che un progetto di tale portata - aggiungono i rappresentanti dei lavoratori - debba prestare attenzione alle lavoratrici e ai lavoratori (che sono i principali portatori di competenze tecniche reali e concrete e non semplici spettatori), produrre buona occupazione e salvaguardare quel diffuso indotto del settore aeronautico spesso in grave difficoltà negli ultimi anni. Chiediamo alle istituzioni locali, Comune e Regione, un incontro urgente per poter portare la nostre competenze e la nostra esperienza in questo progetto".

 

"Comune e Regione ci incontrino per creare buona occupazione"

Le attività di ricerca e sviluppo e le produzioni aerospaziali sono fondamentali per contenuto tecnologico e per gli oltre 20.000 lavoratori occupati nelle circa 300 imprese del settore in Piemonte - aggiunge Ugo Bolognesi, responsabile aerospazio per la Fiom Cgil -. Un progetto così ambizioso per il territorio merita il coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori delle aziende del settore e dei loro rappresentanti già nella fase di sua definizione. Stupisce che il Comune di Torino, la Regione Piemonte e il Distretto aerospaziale del Piemonte non abbiano finora avuto la sensibilità di avviare un confronto con i rappresentanti dei lavoratori su un progetto così importante per lo sviluppo di un settore di insediamento storico sul territorio che, tra l’altro, prevede una significativa partecipazione di risorse pubbliche. Siamo interessati a comprendere la quantità e la qualità delle ricadute economiche e di sviluppo previste per la Città e la Regione anche in termini di attrazione di ulteriori investimenti, di competenze, di professionalità. Si tratta di una opportunità per creare lavoro buono, per stabilizzare i troppi precari e per consolidare la vocazione e il ruolo nazionale del nostro territorio nel settore. Chiediamo quindi che gli Enti locali promuovano con urgenza un incontro per valutare il progetto e i suoi tempi di realizzazione”.

Massimiliano Sciullo

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