Quando si parla del mondo della cannabis, è necessario farsi trovare pronti ad aprire una parentesi dedicata alle tantissime varietà. In questo articolo, parleremo di una che ha segnato in maniera indelebile gli anni ‘80: la Big Bud. Disponibile ancora oggi e sempre al centro di un grande successo commerciale - a dimostrazione di ciò, è possibile chiamare in causa la possibilità di acquistarne i semi autofiorenti su e-commerce come Fast Buds - ha caratteristiche che vale la pena conoscere. Scopriamole assieme nelle prossime righe.
Big Bud: peculiarità principali
La varietà di cannabis Big Bud si contraddistingue per una prevalenza indica - parliamo dell’85% circa contro il 15 di sativa - e, in generale, tende a mantenersi entro dimensioni contenute. Se l’altezza non è eccessiva, non si può dire lo stesso per le cime. Queste ultime, infatti, sono caratterizzate da un colore verde intenso e da dimensioni notevoli.
Proseguendo con l’elenco delle sue caratteristiche principali, è il caso di citare la fioritura rapida. Questo aspetto, insieme con le dimensioni delle cime, è uno di quelli che più hanno attirato l’attenzione dei coltivatori attivi nel decennio più irriverente in assoluto.
Quando si chiama in causa questa varietà di cannabis, è necessario rammentare che, grazie al suo legame con le genetiche afghane, si contraddistingue non solo per una forte produttività, ma anche per un’oggettiva resistenza.
Origini
La Big Bud, pur essendo stata elaborata negli USA, è stata consumata, almeno inizialmente, soprattutto in Olanda, Paese già fin da allora noto per le politiche decisamente più permissive per quel che concerne l’utilizzo di cannabis.
Anche se, come già accennato, la sua prevalenza è indica, i dettagli specifici sulla sua composizione sono ancora oggi avvolti dal mistero. Una delle ipotesi più accreditate in merito riguarda l’intervento dell’uomo su una genetica inizialmente evolutasi per resistere a condizioni climatiche anche complesse.
Consigli per la coltivazione
A questo punto, non resta che focalizzarsi sui consigli relativi alla coltivazione. Ricordando sempre che, in virtù della possibilità di acquistare semi autofiorenti, questa varietà di cannabis è adatta anche ai principianti - le autofiorenti non sono fotoperiodiche indi non richiedono grande impegno per quanto riguarda la gestione di aspetti come l’illuminazione - è il caso di sottolineare che, alla luce delle già citate piccole dimensioni, la Big Bud si presta alla perfezione alle coltivazioni indoor.
Un altro punto importante da considerare riguarda la resa produttiva. Numeri alla mano, questa varietà di cannabis è in grado di arrivare anche a 600 grammi/metro quadro. Per quel che concerne i fiori, è bene essere consapevoli del fatto che, una volta spuntati, spiccano per la loro compattezza e per il peso. Alla luce di quest’ultimo aspetto, in fase di allestimento dell’ambiente di coltivazione è il caso di trovare degli espedienti per sostenere al meglio i rami.
Un’altra raccomandazione utile riguarda il focus sulla lotta ai parassiti. Parliamo infatti di una varietà di cannabis che è particolarmente sensibile ai loro attacchi.
Cosa sapere sulle cime
Come evidenziato nelle righe precedenti, uno degli aspetti che rendono celebre la cannabis di varietà Big Bud sono le cime di grandi dimensioni. Quando le si chiama in causa, è necessario rammentare il loro essere dense e molto spesse, caratteristiche ereditate dall’essere a prevalenza indica. Al dettaglio appena citato è connessa anche la presenza di peli di color marrone che fuoriescono dai calici della pianta.
Concludiamo sottolineando che, in media, i tempi di fioritura vanno dalle 7 alle 9 settimane. Se si opta per la coltivazione all’aperto, soluzione che permette di apprezzare un ottimo livello di discrezione grazie alla già menzionata altezza contenuta, il primo momento utile per la raccolta è attorno al mese di ottobre. Per quel che concerne il sapore, al centro dell’attenzione ci sono indubbiamente i terpeni, soprattutto quelli dolci e fruttati.