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Sanità | 10 maggio 2022, 13:20

I precari della Sanità assorbiti nelle Rsa, c'è l'accordo con la Regione: "Nessuno starà a casa"

Si tratta di circa 2000 infermieri e oss. Cirio: "Adattiamo anche le tariffe ferme al 2013". Icardi: "Semplifichiamo gli accessi alle strutture dopo gli Uvg". Marrone: "20 milioni per sostenere la quota alberghiera"

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I precari della Sanità assorbiti nelle Rsa, c'è l'accordo con la Regione

Il mondo delle Rsa prova a lasciarsi alle spalle la pandemia e la sua gestione emergenziale. Lo fanno con un accordo tra Regione e gestori delle case di riposo. Sul tavolo, adeguamento delle tariffe all'inflazione, semplificazione delle procedure di accesso dopo la valutazione Uvg dell'aspirante ospite della struttura e soprattutto la possibilità di ricollocare presso la rete RSA il personale sanitario e assistenziale che non potrà essere stabilizzato dal Sistema sanitario pubblico.

"Un accordo di reciproco vantaggio: per ente pubblico, strutture e personale - dice l'assessore regionale alla Sanità, Luigi Genesio Icardi - dopo gli strascichi, anche economici, che ha lasciato il Covid".

I precari andranno a lavorare in Rsa

Riflettori puntati soprattutto sull'aspetto occupazionale. Se durante la pandemia, infatti, buona parte del personale è migrato dal privato al pubblico, ora si tenta il percorso inverso. "La parola d'ordine è che nessuno starà a casa". I numeri dicono che si sono 1137 persone tra personale sanitario e OSS che matureranno i criteri per essere stabilizzati, in attesa anche dei nuovi fondi del governo. Accanto a loro, però, sono poi altre 2000 persone del settore sanitario assunte durante il periodo Covid. 

"Ma il fabbisogno delle strutture pubbliche viene monitorato costantemente e dunque ci saranno dei contratti prorogati sulla base delle necessità".

Sostegni contro il caro bollette e per la quota alberghiera del ricovero

Ci sono novità anche sul fronte dei conti. E dei costi in particolare. "Stabiliamo anche delle forme di ristoro per le strutture che stanno subendo i rincari energetici - aggiunge l'assessore alle Politiche sociali, Maurizio Marrone - e contiamo di stanziare dalle risorse del Fondo sociale europeo altri 20 milioni di euro per sostenere la quota non sanitaria ma alberghiera del settore delle Rsa".

"Questo accordo ci permette di lavorare insieme a un tema che ha priorità assoluta per la Regione - aggiunge Alberto Cirio, governatore del Piemonte - Vogliamo essere dalla parte delle strutture e dunque dei nostri anziani. E non per nulla adeguiamo quelle tariffe che prima di noi erano ferme al 2013".

Non solo un accordo: "Facciamo sistema"

"Abbiamo fatto qualcosa di più di un accordo. Facciamo sistema - aggiunge Michele Colaci, del tavolo Inter associativo che rappresenta le imprese del settore - soprattutto nel riassorbire il personale che la Regione non riesce a stabilizzare. E al tempo stesso riusciamo a rispondere alla carenza di personale che di recente ci ha messo spesso in concorrenza proprio con la Sanità pubblica".

Ma gli effetti positivi arriveranno anche sull'occupazione dei posti disponibili nelle strutture. Attualmente il tasso medio è di circa il 78-80% e per entrare a regime la soglia è al 95%. Ma è a macchia di leopardo, tra strutture e province. "La convenzione avrà una durata di non più di 30 giorni e non mesi, come in passato. E questo sarà d'impulso al riempimento delle strutture".

E grande attenzione riguarda anche le regole per l'accesso dei parenti alle strutture. "Non vogliamo stare chiusi e vogliamo sempre più tornare alla normalità, riaccogliendo i congiunti dei nostri ospiti", dicono i rappresentanti dei direttori di struttura.

Massimiliano Sciullo

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