La crisi si mostra anche sotto i ferri del dentista. Lo spiegano i numeri del Coordinamento di Odontoiatria Sociale a Torino, in vista del 20 marzo, Giornata mondiale della salute orale. Il Coordinamento, che cerca di aiutare chi non può permettersi i costi "da listino" del dentista, eroga ogni anno circa 10mila prestazioni gratuite. Ma nel 2021 le richieste sono aumentate del 30%, gli italiani sono il 25% in più, i minori sono cresciuti di 5 volte.
“La Giornata mondiale della salute orale - spiega Giancarlo Vecchiati, presidente del COI (Cooperazione Odontoiatrica Internazionale) - è l’occasione per richiamare l’attenzione sul bisogno di salute che molte persone hanno, e che non riescono a soddisfare per motivi facili da individuare: la crisi, acuita prima dalla pandemia, ora dalla guerra in Ucraina. In questi anni abbiamo assistito a un progressivo impoverimento delle persone, già nel 2020 un italiano su quattro rientrava nelle fasce di povertà, ora la situazione è sicuramente peggiorata. Per rispondere a questa esigenza di salute orale è nato il Coordinamento di Odontoiatria sociale, giorno dopo giorno abbiamo la conferma dell’utilità degli ambulatori sociali promossi dal Coordinamento”.
Un'attività che prosegue dal 2015
Il “Coordinamento di Odontoiatria sociale a Torino” è nato nel 2015 come progetto di collaborazione tra la Città di Torino e il privato sociale, con l'obiettivo rispondere alle richieste di cura della salute orale da parte di quei cittadini che si trovano in particolari condizioni di disagio economico e sociale. Ne fanno parte Asili Notturni Umberto I, Banco farmaceutico Torino, Camminare Insieme, COI, Protesi Dentaria Gratuita, Misericordes e Sermig Arsenale della Pace. In particolare, il Coordinamento si impegna in attività di promozione della salute orale e di prevenzione, con particolare riferimento all’età evolutiva, e parallelamente eroga prestazioni odontoiatriche, ortodontiche e protesiche per la popolazione in condizione di vulnerabilità.
“Dal 2015 al 2020, nei nostri primi cinque anni di attività - continua Vecchiati - abbiamo erogato, in modo completamente gratuito, più di 50mila prestazioni a 17mila pazienti, con un trend in continua crescita. Nel 2021, in piena pandemia e quindi con le chiusure degli studi e la diminuzione dei volontari che hanno inciso sulla nostra capacità operativa, abbiamo comunque recuperato i volumi del 2019, ante-Covid, con circa 10mila prestazioni erogate a 4mila pazienti, di cui i minori sono aumentati di ben 5 volte rispetto all’anno precedente. Un dato purtroppo significativo è che le domande sono aumentate del 30 per cento e stanno ancora crescendo in questi primi mesi del 2022. Per la prima volta abbiamo delle liste di attesa, perché a fronte di questo aumento della domanda, non è corrisposto aumento di prestazioni, per un’oggettiva mancanza di risorse, umane e finanziarie. Bisogna anche considerare che le nuove regole di prevenzione della diffusione del virus hanno allungato i tempi e aumentati i costi delle prestazioni”.
Cresce l'afflusso dei "nuovi poveri"
Cambia anche la tipologia delle persone che richiedono cure odontoiatriche gratuite: “Si rivolgono a noi i cosiddetti “nuovi poveri”, ovvero quel ceto medio che prima andava dal dentista, con la consapevolezza dell’importanza della prevenzione, ma ora non più permetterselo. Anche in questo caso i numeri sono significativi: nel 2015 l’8% dei nostri pazienti era italiani, tutti gli altri extracomunitari, adesso siamo circa al 50%. Solo nel 2021, gli italiani sono aumentati del 25%. Anche la tipologia di prestazioni erogate è un indicatore interessante: facciamo più estrazioni, otturazioni e protesi, interveniamo per eventi acuti, quando il paziente non ce la fa più per il dolore. Dal punto di vista medico è una sconfitta, perché con la perdita dei denti peggiora lo stato di salute generale, la funzione della masticazione viene a diminuire e c’è un peggioramento del quadro di benessere della persona. Correndo dietro all’emergenza si perde di vista la prevenzione, eppure un euro speso in prevenzione ne fa risparmiare una decina in emergenza”.