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Scuola e formazione | 09 marzo 2021, 11:29

Formazione professionale e il peso della dad: "Mancano tablet e pc, 6000 studenti seguono ancora sul cellulare"

Canalis (Pd): "Piemonte fanalino di coda. Veneto, Emilia-Romagna e Toscana già nella prima ondata avevano fornito la strumentazione agli studenti svantaggiati. Così si rischia un boom della dispersione scolastica"

Persona che lavora al computer

La dad penalizza anche gli studenti dei corsi di formazione professionale

"Il 10 dicembre scorso la Giunta Cirio aveva bocciato un mio Ordine del Giorno, che chiedeva di acquistare i devices per la Didattica a Distanza dei centri di formazione professionale, ed oggi, che in Piemonte questi studenti tornano in Dad, i devices non sono ancora arrivati. Da molti mesi l’assessore regionale Elenna Chiorino promette l’uscita di un bando da 6 milioni di euro, a parziale ristoro delle spese straordinarie sostenute dalle Agenzie di formazione professionale, in cui rientrerebbero le attrezzature per la Dad e quindi l’acquisto dei devices, ma il rischio è che questi soldi arrivino a pandemia finita e che, intanto, cresca il numero di ragazzi che abbandonano gli studi per l’impossibilità di seguire le lezioni sullo schermo di uno smartphone". Così Monica Canalis, vice segretaria Pd Piemonte e consigliera regionale, accende i riflettori su un'altra faccia della didattica a distanza e sui disagi che potrebbe comportare per le nuove generazioni.

Insieme agli studenti che seguono il normale percorso scolastico, infatti, lo stop alle lezioni in presenza chiude una porta anche per chi segue i corsi di formazione. "La formazione professionale è competenza esclusiva delle Regioni e, infatti, moltissime Regioni hanno già acquistato i devices. L’omologa veneta dell’assessore Chiorino, Elena Donazzan, lo aveva fatto già durante la prima ondata della pandemia. In Piemonte circa 17.000 studenti frequentano ogni anno i percorsi di qualifica in obbligo di istruzione. Numeri grandi, che tuttavia non sembrano ottenere la necessaria attenzione da questa Giunta se si consente che circa 6.000 di questi non abbiano ancora un device".

"Il modello piemontese della formazione professionale è un’eccellenza di livello nazionale che ha ridotto la dispersione scolastica, migliorato l’orientamento e garantito al Piemonte di essere in cima alla lista delle Regioni italiane per utilizzo del Fondo Sociale Europeo - dice ancora Canalis -. Per essere all’altezza di questo modello, serve più puntualità nella presentazione dei bandi, meno promesse e più concretezza (come i termoscanner, che non sono mai arrivati). Questa volta non si può addebitare il ritardo al Governo nazionale. La Giunta Cirio prenda esempio dalle altre Regioni e ponga rimedio al più presto alla grave mancanza di devices, che si abbatte sulle nuove generazioni e sulla fascia più svantaggiata della popolazione".

redazione

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