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Politica | 26 gennaio 2021, 13:26

L'appello degli architetti torinesi: "Sfruttare il Recovery Fund per ripensare (anche) la città"

Il presidente Giuntoli: "Bene il superbonus 110%, anche se un po' complicato. Ma ora serve un progetto più ampio". Castelli: "Ripensare l'edilizia popolare, ma anche la casa che diventa ufficio e le scuole". Iaria: "Già partiti progetti per riqualificare intere fette di città"

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L'incontro tra gli architetti torinesi (al centro, il presidente Massimo Giuntoli) e la viceministro all'Economia Laura Castelli

Utilizzare le risorse del Recovery fund per cambiare (anche) le città. E' questo l'appello che mandano gli architetti torinesi al mondo della politica, proprio mentre si discute sui fondi in arrivo dall'Europa e sulle modalità - se il Governo resisterà - del loro utilizzo.

"Serve una forte progettazione - dice il presidente dell'Ordine degli architetti di Torino, Massimo Giuntoli - e il superbonus 110%, per quanto positivo, porta con sé complicazioni burocratiche. Ma resta un'iniziativa positiva. Bisogna però partire fin da subito con un grande progetto, sfruttando le competenze degli architetti, a partire dalle periferie. La pandemia ci ha insegnato quanto serva vivere in maniera diversa, rispetto al passato, con una nuova concezione architettonica e con più equità sociale. Berlino è Berlino proprio grazie a un'impronta di qualità architettonica che le è stata data per tempo, dopo un passato di architettura razionalista. Si creerebbe un volano formidabile in una filiera fondamentale per l'economia locale e in quella nazionale".

"E' la prima volta che ci si confronta con una programmazione così lunga nel tempo e coinvolgendo così tanti ministeri insieme - dice la viceministro all'Economia, la torinese Laura Castelli -. Il tutto in uno Stato che ha tempi e prese di coscienza molto lenti. In termini architettonici, è necessario ripensare a spazi sempre più centrali che si incrocino con quello che già esiste. In periferia non ci si può più permettere edifici brutti e bisogna ripensare l'edilizia popolare, ripensare gli spazi per colmare anche la differenza sociale e influenzare lo sviluppo successivo della città. Inoltre, in generale, l'emergenza attuale ci insegna come la casa possa anche diventare ufficio, per chi lavora nei servizi. E anche questo deve influenzarle lo sviluppo".

Ma anche le scuole sono un tema centrale. "Anche solo mettere la fibra ottica per una didattica che si evolve impone di ripensare gli spazi educativi - aggiunge Castelli -. Ora siamo al passaggio parlamentare di un tomo da 150 pagine con i dettagli del piano, insieme alle riforme necessarie per la realizzazione di quei progetti. Ci sono risorse decisamente ingenti che però non sono mai state spese in questi anni". 

"Come Comune stiamo già presentando progetti per il Recovery plan - aggiunge Antonino Iaria, assessore comunale all'Urbanistica -, ma sono progetti che vogliono non solo recuperare il patrimonio, ma rilanciare intere aree della città, come quella del Valentino, Parco del Po e Italia '61: un asse di sviluppo che interessa una fetta importante di Torino. E poi stiamo ragionando sui concetti di efficientamento energetico: un vero piano Marshall per l'edilizia".

Massimiliano Sciullo

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