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Economia e lavoro | 12 gennaio 2021, 17:48

Settore benessere, in Piemonte sono oltre 12mila le imprese che rischiano di scomparire

Estetisti, acconciatori e non solo: la stretta del Covid non accenna a cedere: "No a chiusure discriminatorie e la clientela deve poter raggiungere il Comune dove si trova il professionista di fiducia"

Un'estetista al lavoro

Nuovi timori per le categorie di servizi alla persona

Non c'è pace per il settore artigiano dell'estetica e dell'acconciatura. Se la prima categoria infatti era rimasta tagliata fuori dal permesso di apertura con i dpcm di questo autunno, più in generale a spaventare sono le nuove regole che a breve dovrebbero essere emanate dal Governo per contrastare il contagio da Coronavirus.

A lanciare l'allarme è Confartigianato, che su scala piemontese quantifica oltre 12mila imprese a rischio chiusura (o comunque sofferenza), proprio a causa delle difficoltà legate al Covid. Una stima che si aggiunge ai timori di nuove discriminazioni e chiusure imposte dall'alto. Gli addetti che lavorano in queste strutture sono oltre 22mila.

Questa ingiustificata discriminazione – dichiara la presidente Estetisti di Confartigianato Piemonte, Stefania Baiolinici danneggia e ci mortifica. Oltre a colpire economicamente le nostre imprese, mette a rischio la salute dei nostri clienti, bersagliati dalle offerte degli operatori abusivi che, in quanto tali, non subiscono alcuna restrizione. Ritengo profondamente ingiusto il trattamento riservato ad una categoria che ha sempre applicato le regole con la massima diligenza ed ha rispettato, in questo periodo di emergenza sanitaria, tutte le misure previste per offrire ai propri clienti le migliori garanzie di sicurezza”.

Non ci hanno mai fornito spiegazioni – aggiunge – esistono dati dai quali emerge un significativo numero di contagi nei nostri centri? Se ci sono, li rendano noti, altrimenti rivedano questa posizione già dal prossimo DPCM”. La domanda che aveva portato, nelle scorse settimane, molti esponenti di questo settore a protestare in piazza Castello, nel centro di Torino, di fronte alla sede della Regione Piemonte.

Ma a queste difficoltà si sono aggiunti anche i divieti di spostamento tra Comuni, che hanno creato confusione su quali attività fossero raggiungibili dalla clientela, anche abituale. “Non c’è stata chiarezza – sottolinea Enrico Frea, presidente del settore Acconciatori di Confartigianato Imprese Piemonte –: la confusione ingenerata da queste misure ha danneggiato anche gli acconciatori, nonostante la nostra attività fosse rientrata tra quelle permesse dal dpcm. Noi non siamo esercizi commerciali e pertanto deve essere chiarito che non rientriamo nelle attività soggette a chiusura nell’ambito dei centri commerciali. Così come deve essere reso esplicito che è sempre possibile lo spostamento tra Comuni per raggiungere il proprio acconciatore/estetista di fiducia. Noi non vendiamo merce, i nostri servizi sono personalizzati e fiduciari, non si affida il proprio corpo a chiunque”.

Massimiliano Sciullo

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