Sanità - 20 novembre 2020, 19:45

Vaccino Covid: il Piemonte si candida alla gestione logistica col distretto del freddo di Casale

Regione al lavoro insieme agli operatori del centro alessandrino per offrire al commissario Arcuri soluzioni per l’organizzazione di trasporto, stoccaggio e distribuzione dei 3,4 milioni di dosi in arrivo in Italia alla fine di gennaio

Grandi manovre in corso anche in Piemonte per farsi trovare pronti all’arrivo sul mercato europeo dei primi ritrovati per la vaccinazione anti-Covid.

Su richiesta del commissario Domenico Arcuri anche la nostra Regione si sta infatti preparando all’importante appuntamento costituito dall’annunciato varo del prodotto messo a punto dall’americana Pfizer e dai laboratori tedeschi della Biontech, ora in corso di validazione e il cui sbarco nel nostro Paese è atteso per la fine del gennaio 2021, con una prima partita pari a 3,4 milioni di dosi, destinate – tra prima somministrazione e richiamo – a una platea di 1,7 milioni di persone, individuate prioritariamente tra personale sanitario e soggetti fragili quali gli ospiti delle Rsa.

Un momento ovviamente atteso, ma accompagnato anche dall’esigenza di mettere in moto una complessa macchina logistica, considerata la portata numerica dell’operazione, ma anche l’alta complessità tecnica rappresentata dalla gestione di un prodotto – quello targato Pfizer – che come noto dovrà essere trasportato, stoccato e distribuito conservandolo a una temperatura di -75° C, che potrà rimanere nei contenitori frigoriferi con ghiaccio secco in cui verrà consegnato dal fornitore per un massimo di 10 giorni, dopodiché andrà stoccato e trasportato mantenendo queste proibitive condizioni per un massimo di 6 mesi, mentre le 975 dosi contenute in ognuna delle 5 scatole contenute nei box di Pfizer andranno consumate entro 6 ore dall’apertura.

"Su richiesta del commissario Arcuri – ha spiegato il governatore Cirio, nel corso di una videoconferenza tenuta nel pomeriggio insieme al vice Carosso, agli assessori Icardi, Marnati, Tronzano, al presidente di Federfarma Piemonte Massimo Mana e al sindaco di Casale Monferrato Federico Riboldi – abbiamo costituito un gruppo di lavoro che entro la prossima settimana sarà in grado di proporre un dossier con precise proposte su come gestire l’intera operazione nella nostra regione, ma anche di candidare il Piemonte ad avere un ruolo da protagonista nella gestione di questa partita a livello italiano se non anche europeo".

Una possibilità che Cirio intende rappresentare ad Arcuri grazie alla disponibilità all’impegno assicurato in questa direzione dalle circa 30 aziende che, forti di un’esperienza nel settore ormai settantennale, di 2.500 addetti e di un fatturato annuo di 1,5 miliardi di euro, fanno di Casale Monferrato uno dei principali distretti del freddo europei e mondiali.

"Da giorni aziende interessate di tutto il Piemonte ci stanno chiedendo di aderire a questo percorso – ha spiegato il primo cittadino casalese –, cosa che intendiamo fare mettendo a disposizione tutto il nostro know how. Non sarà un’operazione facile, soprattutto perché le quantità di prodotto da movimentare sono veramente significative. Ma le nostre aziende, in molti casi concorrenti, si sono già unite e stanno ragionando insieme su come fornire la migliore soluzione tecnica alle richieste del commissario".

Un impegno ribadito dal concittadino Marco Buoni, presidente di Area, l’associazione europea delle aziende che operano nel settore del freddo. "Stiamo studiando un piano che possa garantire il mantenimento delle condizioni di conservazione del vaccino nelle diverse fasi del trasporto, dello stoccaggio e della distribuzione. E’ una sfida importante, ma fondamentale sarà partire subito prendendo fin d’ora le decisioni utili a realizzare nei tempi più stretti gli impianti necessari. Le nostre aziende hanno un raggio d’azione internazionale, per cui il nostro impegno potrà avere una valenza regionale, nazionale e anche europea, se necessario".

Altrettanto complesso lo sforzo che verrà richiesto agli operatori dell’ultimo miglio, come i 9 grossisti della distribuzione rappresentati da Federfarma, vista la necessità, riguardante anche le partite future, di fare arrivare i vaccini non soltanto alle Asl, dove potranno essere somministrati più massicciamente, anche con l’aiuto della Protezione civile, ma anche a una rete che solo in Piemonte conta 1.600 farmacie.

"Una fase quest’ultima che andrà studiata e ingegnerizzata con grande attenzione – ha avvisato Massimo Mana – La somministrazione da parte degli ospedali sarà ovviamente più semplice, ma per arrivare a milioni di persone servirà attivare tutti i canali del territorio. Bisogna capire come farlo".

E.Mas.