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Cultura | 27 gennaio 2020, 14:46

Rivoli non dimentica gli orrori del passato grazie al "Solco della memoria"

Appuntamento questa sera alle 21 presso l'Auditorium della Scuola di Musica Città di Rivoli in via Capello 3

Rivoli non dimentica gli orrori del passato grazie al "Solco della memoria"

Dal John Kander di “Cabaret”, a quella “Lili Marleen” emblema contraddittorio della Germania nazista; dalla celebre “ballata di MackieMesser” di Kurt Weill su testo di Bertolt Brecht al “Kleine Walzer in Sol maggiore” di AlbanBerg. Non mancano compositori come Rachmaninov, Brahms, Satie, che con fascino e profondità imperiture raccontano il sentimento oltre lo spazio e il tempo, come una storia che ciclicamente si ripete: “Il Solco della memoria” è proprio il resoconto dell’Olocausto come fatto collettivo e al contempo intimo, in quanto tale costellato di protagonismi, sfondi, tessuti culturali e aspetti privati, sotto la forma di parole, suoni, voci e immagini. L'appuntamento è per lunedì 27 gennaio alle 21 presso l'Auditorium della Scuola di Musica Città di Rivoli in via Capello 3, ad accesso libero.

Diretto da Teresa Fessia e prodotto dalla Scuola di Musica Città di Rivoli  in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e all’Istruzione del Comune di Rivoli, lo spettacolo - previsto presso l’Auditorium della Scuola per lunedì 27 gennaio - è costruito su testimonianze e immagini dell’Olocausto, e interpretato Annalisa Notaro, Bianca Lombardo, Giulia Martorana, allieve di canto della Scuola di Musica; dai docenti Mario Calisi al pianofortee Dario Mimmo alla fisarmonica, con voce narrante di Raffaella Joannes e una prima rappresentazione arricchita dalla presenza del giovane pianistaDashamirUzeiri. “Il solco della memoria” vuole essere una riflessione sull’orrore operato dal regime nazista, concretizzata con particolare attenzione verso il pubblico più giovane quale destinatario e nuovo depositario del ricordo di ciò che è stato; a tale proposito martedì 28 gennaio è prevista una replica mattutina riservata agli allievi delle scuole di Rivoli. 

Ambientato in un cabaret della Germania degli anni ’40, lo spettacolo contrappone cantanti e militari - che rifiutano di interrogarsi sul destino degli ebrei per non perdere i loro privilegi - agli oppressi destinati allo sterminio. Tra le musiche di compositori celebri emeno noti e le immagini dei filmati d’archivio scorrono le parole delle vittime, da Primo Levia“I bambini di Terezin: poesie e disegni dal Lager, 1942-1944”,testimonianze della ferocia umana che non ha risparmiato neanche i più piccoli, e che proprio per questo si rivolge ai giovani affinché mantengano vivo il ricordo di chi invece non è sopravvissuto.

"L’intento è quello di stigmatizzare l’orrore di uno dei capitoli più bui della storia dell’uomo attraverso il linguaggio dell’arte – commenta il direttore didattico della Scuola di Musica Città di Rivoli, Filippo Bulfamante.Se da una parte è dovere di noi cittadini, e a maggior ragione di ogni istituzione che si occupi di formazione, di conservazione e di sviluppo del sapere, mettere le nuove generazioni a conoscenza anche degli orrori più efferati di cui l’uomo è stato capace, dall’altra è quanto mai importante - e oggi forse ancora più urgente - voler educare alla bellezza e, insieme, alla conoscenza e alla condivisione".

«La volontà dell’amministrazione comunale – dichiara l’Assessore alla Cultura e all’Istruzione Laura Adduceè quella di salvaguardare la memoria, per non dimenticare gli orrori fatti dal regime nazista. Un ringraziamento particolare va alla Scuola di Musica della Città di Rivoli, per la realizzazione dello spettacolo "Il Solco della Memoria. Musiche, parole e immagini intorno alla Shoa"".


Teresa Fessia, docente di canto moderno e jazz presso la Scuola di Musica Città di Rivoli, ha curato la regia dello spettacolo: «Hitler fin dall’inizio aveva parlato chiaro: gli ebrei erano i parassiti dell’umanità e dovevano essere eliminati come si eliminano gli insetti nocivi. Molti europei dell’epoca non seppero valutare il peso di tali affermazioni. Il futuro spesso non ci dà i termini per valutare se non a destino avvenuto.Una delle domande che Primo Levi si pone ne “I sommersi e i salvati” è: gli ebrei avrebbero potuto anticipare i tempi e fuggire scampando all’olocausto? Noi europei moderni, pressati dalla minaccia nucleare, dalla degradazione territoriale, dal malgoverno in che modo potremmo salvarci? Fuggendo dove? Il ricordo di quello che è stato e che non deve, non può ripetersi è il grande insegnamento".

Il tema della passato riletto e rivissuto nel concetto di “commemorazione” torna sul palco di via Capello 3 in occasione del Giorno del ricordo con “Terra di confine”, nuovo spettacolo prodotto dalla Scuola di Musica per la regia di Teresa Fessia e previsto sabato 10 febbraio. 

redazione

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