- 22 maggio 2019, 08:11

Bianconerogranata, un progetto che mette in luce la purezza d'animo dei più piccoli

Sono una novantina i disegni che hanno partecipato al concorso dedicato agli episodi tragici del Torino e della Juventus: Superga e l'Heysel

Nulla vale di più al mondo, della purezza d’animo dei bambini. Dal loro candore si sprigionano scintille di umanità, dalla loro innocenza escono rare perle di saggezza. Se solo gli adulti sapessero ascoltare con orecchie attente, con cervello sgombero da pregiudizi e con cuore puro come quello di questi adolescenti, molte delle brutture che affliggono la nostra società, se non tutte, sarebbero magicamente cancellate.

Ce lo hanno dimostrato i giovani le classi quinte elementari di alcuni istituti scolastici situati sul territorio della circoscrizione 7, che ha proposto questo concorso, in collaborazione con Safatletica, “Quelli di... via Filadelfia” ed “Associazione Memoria Storica Granata” il concorso Progetto Bianconerogranata.

Dalla novantina di disegni, frutto dalla fantasia di altrettanti giovani delle classi quinte di questi istituti scolastici, il messaggio di fratellanza ed uguaglianza, di lealtà e rispetto, propri dello sport, esce con prepotenza e chiarezza, rendendo facile il lavoro di proposta degli organizzatori ed al tempo stesso difficile il lavoro di scelta dei tre migliori disegni da parte della giuria. Le immagini premiate, sono state la 24, la 41 e la 25 e queste sono state le motivazioni chi hanno spinto a fare questa scelta.

La 24 è la più semplice ma espressiva. Le due mani che si uniscono in un tutt’uno è il simbolo di due tragedie che sembrano parte di un identico corpo. Quello che metaforicamente identifica la nostra città. 

La 41 è la rappresentazione di quel cuore che ha smesso di battere nei protagonisti delle due tragedie e che sembra nel disegno riprendere a palpitare grazie alla memoria delle opposte tifoserie. 

La 25 un monito a unirsi nel dolore, al di là dei colori. Ma anche un ricordo alle recenti tragedie italiane. Quasi a monito del fatto che le disgrazie non hanno mai fine, a prescindere dalle città e dai colori del tifo.

Ma ad onorare del vero, va detto che il tema è stato perfettamente centrato da tutti i giovani che hanno partecipato al concorso e che quindi tutti quanti possano essere considerati vincitori. Il tutto a riprova dell’interesse suscitato dal tema, della bravura delle insegnanti nello spiegarlo agli alunni e della sensibilità dei ragazzi e ragazze nel tirar fuori il meglio di se e trasporlo su carta.

Insomma, se la qualità delle giovani leve è questa, la nostra speranza in un futuro migliore è assolutamente fondata. Sarà dura, per gli adulti, restare al passo con giovani di questa levatura.

Domenico Beccaria