Economia e lavoro - 21 settembre 2018, 17:47

Maserati di Grugliasco: contratti di solidarietà fino a fine 2018, ma a Mirafiori il Levante frena per 13 giorni

Tre giorni di ferie per tutti e poi giornate di formazione. Allarme di Fiom: "I vertici dell'azienda devono dare delle risposte". La Fim: "Ora però serve un responsabile Emea per dare applicazione al Piano industriale, lavoro e occupazione". Uilm: "Non c'è tempo da perdere, serve un incontro con l'azienda"

E' ufficiale la proroga dei Contratti di Solidarietà alla Maserati di Grugliasco fino alla fine del 2018.

Dunque, ancora (almeno) 3 mesi per questi strumenti, preziosi visto che contestualmente alle carrozzerie di Mirafiori si sono esauriti tutti gli ammortizzatori sociali. Ma non solo: sempre oggi, proprio per Mirafiori è stata comunicata la sospensione dell'attività produttiva della Maserati Levante dal 26 settembre al 5 ottobre. Dal 26 al 28 l'azienda ha comunicato la chiusura collettiva per ferie, mentre nella settimana del primo ottobre i lavoratori saranno occupati in attività formative.

"Le previsioni aziendali del maggio scorso di crescita delle vendite del Levante - si legge in una nota diffusa dalla Fiom - non si sono realizzate, siamo di fronte al fatto che, nonostante il trasferimento di 1052 lavoratori dallo stabilimento di Mirafiori a quello Agap di Grugliasco (ex Bertone) per inserirli nei contratti di solidarietà, esauriti gli ammortizzatori sociali previsti dalla legge e cessata la produzione dell’Alfa Romeo Mito con il mese di giugno, si ferma la produzione per ben otto giornate".
 
"Ad oggi non si sa se e quando arriveranno nuovi modelli a Mirafiori e a Grugliasco in grado di saturare gli impianti: i nuovi vertici aziendali, la proprietà, devono rispondere a queste richieste con urgenza", dice Edi Lazzi, responsabile per la Fiom dello stabilimento di Grugliasco. E le fa eco Ugo Bolognesi, responsabile della Carrozzeria di Mirafiori: "Servono nuovi modelli per fare lavorare la linea produttiva di Grugliasco e le due linee produttive di Mirafiori per consentire il ritorno al lavoro a tempo pieno per tutti gli oltre 5200 lavoratrici e lavoratori dei due stabilimenti. Tenendo in considerazione che i tempi di realizzazione di eventuali nuovi modelli sarebbero, però, di almeno 18 mesi".
 
Federico Bellono, segretario della Fiom Cgil di Torino, ha aggiunto: "Di fronte a questa ulteriore doccia fredda qualche domanda è d'obbligo. Nei giorni scorsi John Elkann ha presentato al vicepremier Di Maio il nuovo amministratore delegato di Fca Manley: di cosa hanno parlato?  Sono state date informazioni sugli investimenti in Italia o solo generiche rassicurazioni? É stato fissato a breve un incontro sul piano industriale? La sindaca di Torino e il presidente della Regione Piemonte sono intervenuti presso il governo come si erano impegnati a fare?".
 
"E' importante che nel frattempo venga definito il nuovo responsabile Emea - commenta Claudio Chiarle, segretario di Fim Cisl Torino - per consentire di dare efficace applicazione del piano industriale 2018/2020 per quanto riguarda i siti Fca torinesi, dando così prospettiva di lavoro e occupazionale".

Preoccupato anche Dario Basso, segretario generale della Uilm di Torino: “La riduzione degli ammortizzatori sociali conseguente al Jobs Act e la contestuale contrazione delle richieste di mercato ci costringono a trovare soluzioni alternative per fare in modo che le nuove fermate produttive non gravino in maniera eccessiva sui lavoratori. L’utilizzo delle ferie residue, dei permessi retribuiti e l’attivazione di corsi di formazione danno qualche margine in più, ma è evidente che non risolvono il problema in maniera strutturale".

"Per questo, non c’è tempo da perdere ed è urgente un incontro con l’azienda: occorre parlare del futuro di Mirafiori Plant e bisogna capire quando sarà assegnato un nuovo modello allo stabilimento”.

Massimiliano Sciullo