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Cronaca | 05 maggio 2018, 15:29

A Rivoli solidarietà e immigrazione finiscono in prima pagina

La storia di Ana, cittadina romena che dopo 5 mesi di chiusura ha riaperto l'edicola di piazza Cavallero. Anche grazie all'aiuto dei rivolesi

A Rivoli solidarietà e immigrazione finiscono in prima pagina

La vicenda era stata portata alla luce da Nino Boeti, ex Sindaco di Rivoli e oggi presidente del Consiglio regionale del Piemonte, che tramite i social aveva raccontato una storia commovente di solidarietà che immortala una Rivoli bella, dove immigrazione e lavoro si incontrano per dare il via ad un progetto di opportunità.

Dopo quasi 5 mesi di chiusura, infatti, l'edicola di Piazza Cavallero ha rialzato la serranda: i vecchi proprietari avevano interrotto l'attività e quello che sembrava solo più essere un lontano ricordo, grazie alla tenacia della Signora Ana, è tornato attualità l'8 febbraio di quest'anno.

Ana è la nuova proprietaria, una signora semplice, rumena di origine ma rivolese di adozione, che nel lontano 1999 ha la fortuna di incontrare Walter e Mirella, i gestori della Gastronomia alla ricerca di un'assistente per il padre anziano di lui. Trovano in Ana un'amica, più che una semplice collaboratrice e l'aiutano a cercare lavoro in tutti questi anni. Poi l'occasione: un'edicola a buon mercato e la possibilità di una crescita professionale.

"Economicamente mi hanno aiutato tutti, Walter e Mirella mi hanno permesso di aprire l'attività, mi ospitano a casa loro senza chiedermi nulla in cambio. Ogni tanto passa una signora molto gentile che mi porta del cibo. Qui il bagno non esiste: è un piccolo chiosco e qualche volta durante il giorno sia Mirella che una volontaria della zona mi danno una mano nella gestione dell'edicola, affinché io possa andare alla toilette o prendermi qualche minuto di pausa".

Non è da sola, Ana. La solidarietà è tanta: ci sono i clienti affezionati, quelli che passano solo per un saluto, chi le porta del cibo e chi le offre compagnia perché l'empatia di Ana ha toccato i cuori di tutti i residenti, che conoscono la sua storia e la sua tenacia, apprezzano la sua bontà e la caparbietà nel rimboccarsi le maniche ogni giorno per costruirsi un futuro diverso da quelli che erano i suoi piani.

"Ero venuta in Italia come badante, con un Visto regolare di lavoro e sarei tornata al mio Paese se non l'avessi trovato, ma grazie alla Chiesa ho incontrato Mirella e Walter nel giorno dell'Epifania, mentre svolgevo attività di volontariato per i bambini".

Ogni giorno, Ana, la potete trovate presso la sua edicola: con il sorriso sulle labbra e la sua storia da raccontare.

Virginia De Meo

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