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Scuola e formazione | 09 dicembre 2019, 16:29

Voucher libri, le famiglie piemontesi lo ottengono ma non lo usano

Per l'anno 2016/2017 quasi un milione di euro non è stato speso

Voucher libri, le famiglie piemontesi lo ottengono ma non lo usano

Su 9.077 nuclei familiari che nel 2016/2017 hanno ottenuto il “voucher” regionale per libri di testo, piano offerta formativa (Pof) e trasporti, 1.154 - ovvero il 12,7% - non ne hanno mai fatto uso: l’importo medio assegnato e non speso è stato di 746 euro.

Ci sono inoltre 462 famiglie (pari al 5%), che hanno speso parzialmente il buono, in media 583 euro con un importo residuo inutilizzato di 259 euro.
Per cui su 7.320.606 euro stanziati per l’annualità 2016/17, quasi un milione, precisamente 993.945 euro, non è stato speso (13,5% della cifra).
Discorso simile vale per la borsa “IoStudio” erogata dallo stato per gli studenti delle scuole di II grado: l’11,8% non riscuote il bonifico.

È quanto emerge da uno studio dell’Istituto di Ricerche Economico Sociali del Piemonte (Ires), presentato lunedì 9 dicembre al Comitato per la qualità della normazione del Consiglio regionale (presieduto da Alberto Avetta, in sostituzione di Paolo Bongioanni).

Lo studio fa parte di una serie di indagini conoscitive che ogni anno l’Assemblea può richiedere all’istituto su materie di interesse regionale.
Per quanto riguarda il voucher regionale, chi ha condizioni economiche relativamente migliori ha più propensione a non spendere la cifra. Se il 12,7% del totale dei richiedenti non lo ha mai utilizzato, questa percentuale sale al 15% tra quanti hanno un Isee compreso tra 7.500 euro e 11.979 euro e al 17% tra chi, in questa fascia Isee, ha un figlio unico.

Su un totale di 6,3 milioni di euro spesi sui voucher, il 51% è stato utilizzato per acquisti nel settore dell’elettronica (PC, tablet, lettori e-book, software), mentre circa 2/5 nei supermercati e nelle cartolibrerie. Un dato che si spiega con l’importo medio nettamente più alto per spese di questo tipo. Nota dolente i trasporti dove, in media, sono stati spesi 148 euro.

In totale il voucher era spendibile in 140 esercizi, il 46% nella provincia di Torino e circa un quarto nella provincia di Cuneo. Decisamente più limitata la possibilità di usufruirne nelle altre province piemontesi. Un dato che si sposa con l’esiguo numero di società di trasporti convenzionate: solo 7 delle 140 convenzioni sono attive con aziende di trasporti, 89 con Comuni e le restanti 44 con esercizi commerciali abilitati a rilasciare titoli di viaggio (edicole, tabaccherie, cartolibrerie).

Per questo l’istituto di ricerche ha sottolineato l’importanza di un impegno da parte della Regione nei confronti delle aziende.
All’incontro erano presenti i consiglieri Angelo Dago (Lega), Alessandra Biletta (Forza Italia) e Giorgio Bertola (M5S). Da tutte le forze politiche è stata fatta richiesta di un ulteriore approfondimento in materia nell’anno 2020.

“Per la prima volta il voucher scuola è stato erogato in un’unica soluzione e prima dell’avvio della scuola – commenta Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Piemonte – anche solo dal punto di vista meramente organizzativo per le famiglie è stata una svolta positiva. Grazie alla richiesta di approfondimenti arrivati dal Consiglio regionale – prosegue Grimaldi – l’Ires ci ha proposto un’ottima ricerca che ci consente di valutare quanto di buono è stato fatto negli ultimi anni per garantire il diritto allo studio alle famiglie e, soprattutto, quali sono le criticità ancora presenti”.

“Per questo auspico che la mia proposta per inserire la mensa scolastica tra le spese incluse tra quelle del voucher sia votata al più presto – conclude Grimaldi –: è già depositata e sarebbe importante per le famiglie piemontesi che entrasse in vigore già dal prossimo anno scolastico”.

comunicato stampa

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