Dolori alla schiena, alle spalle, alle clavicole, addirittura ernie del disco, tunnel carpale o condizioni fisiche ancora peggiori. Al tirare delle somme, sono centinaia i lavoratori di Amiat - azienda che si occupa della gestione dei rifiuti a Torino - che dal 1998 ai giorni nostri sono stati dichiarati totalmente inabili al lavoro.
Non un caso, dunque. Ma una tendenza preoccupante. "Non sono 2, 3 o dieci casi - attacca Roberto Rosso, Fdi consigliere comunale e candidato alle prossime Regionali - e dunque c'è un problema di fondo. Evidentemente legato alle condizioni di lavoro e la valutazione del rischio. Abbiamo preparato un'interrogazione e aspettiamo una risposta dall'assessore Unia".
Patologie professionali, o quantomeno malattie invalidanti, che hanno portato a riconoscimenti e indennizzi ai lavoratori. Ma questo non cancella il punto interrogativo di fondo. "Amiat è di fatto una società controllata dal pubblico e dovrebbe essere ancora più attenta allo stato di salute e alla condizione di lavoro dei propri dipendenti - continua Rosso - invece emerge che la situazione è decisamente più preoccupante. Vogliamo capire cosa intende fare il Comune su questi aspetti".
Nei prossimi giorni, intanto, è annunciato anche un esposto in procura. "Non per condannare qualcuno - spiegano i promotori di questa iniziativa - ma per permettere a chi ne ha il potere e i mezzi di fare luce su questa situazione".
"La sinistra prima e i cinque stelle poi da sempre dicono di voler tenere pubbliche certe realtà per avere maggiori garanzie per la collettività - incalza Rosso - e poi non si accorgono di una condizione di questo genere come Amiat? Aspettiamo risposte da Appendino e Unia, sperando che non ci siano nuovi rinvii come già successo in questi giorni".
"Nel 2010 ero consigliere comunale - ricorda Raffaele Petrarulo, consigliere in circoscrizione 6 - e già venne fuori la questione. Ci fu risposto che la situazione non era grave come dicevano i numeri. E il rinvio dei giorni scorsi è spiacevole".
"Di mezzo - rincara Rosso - c'è la salute della gente. È triste sottrarsi al dare risposte".